FORMIA – Proseguono su delega della Procura della Repubblica di Cassino le indagini della Guardia Costiera di Gaeta e Formia per accertare la dinamica e le responsabilità dell’incidente in mare che causò la morte di un membro d’equipaggio del motopeschereccio “S. Erasmo”.
Questa mattina la dottoressa Chiara D’Orefice, Pubblico Ministero che coordina le indagini sul sinistro marittimo, è giunta a Formia per un sopralluogo della zona di mare in cui lo scorso 30 marzo vi fu la collisione tra il motopeschereccio “S. Erasmo” e la motocisterna “Vetor quinto”, causando l’affondamento dell’unità da pesca e la morte del marinaio Giovanni Centola.
Nella circostanza il danno all’ambiente marino, invece, fu scongiurato dall’impiego del rimorchiatore “Bino”, specializzato in attività antinquinamento, dislocato nel porto di Gaeta dal Ministero dell’Ambiente, avvalendosi anche dell’aereo ATR-42 della Guardia Costiera che sorvolò la zona per un immediato monitoraggio e telerilevamento.
È durata oltre tre ore la visita che il Pubblico Ministero D’Orefice ha compiuto a bordo della motovedetta della Guardia Costiera, la stessa che intervenne per prima sul luogo dell’incidente, per cogliere quegli ulteriori elementi d’indagine che serviranno per ricostruire i fatti di quella tragica giornata.
Nei prossimi giorni giungerà anche il Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera di Napoli che effettuerà una ispezione al peschereccio affondato alla ricerca di tracce utili per ricostruire le cause della collisione, avvenuta poco a largo del litorale di Formia. E si cercano anche i barili di gasolio caduti in fondo al mare.
Il risultato dell’esame autoptico del marinaio deceduto, Giovanni Centola, sarà, invece, nelle prossime settimane a disposizione degli investigatori. Dai primi accertamenti è stato evidenziato un arresto cardiaco.
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