CASTELFORTE – “Il parroco don Fabio Gallozzi mi ha chiesto, per la prima volta, un incontro per il 19 maggio scorso per sostenere la causa di un cittadino in difficoltà – dichiara il commissario prefettizio Ilaria Tortelli – In realtà mi ha subito domandato di poter utilizzare i locali, di proprietà comunale, lasciati liberi dalla Asl e adiacenti alla chiesa di San Rocco, siti al primo piano dello stabile, per creare un luogo di aggregazione per ragazzi.
Ho fatto presente al parroco che l’iniziativa è sicuramente lodevole e che mi sarebbe piaciuto molto occuparmene se me ne avesse parlato nei primi mesi del mio mandato che, com’è noto a tutti, sta per terminare. Ho spiegato che i locali del primo piano erano già stati assegnati all’associazione Linea Gustav, a conclusione di una collaborazione avviata da diversi mesi, anche per trovare una sede dove sistemare un Museo storico in ricordo dei caduti nella II guerra mondiale. Infatti ho scelto di collocare il Museo in quei locali, dopo diversi incontri e valutazioni con i professori dell’associazione, soprattutto in considerazione dell’aspetto sociale e dei risvolti culturali che l’attività dell’associazione ha su tutti i cittadini, in particolare sui più giovani.
Tant’ è che al comune di Castelforte è stata conferita dal Presidente della Repubblica nel 1961 la Medaglia d’argento al Valore Civile e nel 2002 la Medaglia d’oro al Valore Civile, in quanto centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l’ultimo conflitto mondiale. Tuttavia gli ho manifestato la disponibilità di una stanza al piano terra, rimasta libera. Dopo quell’incontro, inspiegabilmente, don Gallozzi ha scritto una lettera aperta alla cittadinanza, con la quale giudica e qualifica la scelta del Commissario poco etica, poco educativa, in contrasto con il bene comune, rispetto ad un suo “progetto per andare incontro ai bisogni dei giovani”.
In realtà poco etico e poco educativo sarebbe il comportamento del funzionario dell’amministrazione che non rispettasse gli impegni legittimamente assunti, all’esito di una valutazione degli interessi generali coinvolti. E’ abbastanza evidente che l’attività di un funzionario pubblico dev’essere di per sé improntata al sociale; e per quanto mi riguarda la serietà, la professionalità e la discrezione hanno sempre contraddistinto tutte le mie scelte, di cui sono personalmente responsabile. Certa che lo spiacevole intervento del parroco sia stato frutto dell’entusiasmo, anche se tardivo, di volere soddisfare i bisogni dei suoi ragazzi, mi auguro, comunque, che dall’alto della sua posizione, possa muoversi per liberare dall’imbarazzo coloro che sono stati disorientati dalle sue parole. Con la speranza di avere chiarito la vicenda auspico che il parroco possa partecipare all’ inaugurazione del Museo.”