GAETA – Il 2 giugno del 1946 nasce la Repubblica Italiana. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo il ventennio fascista, l’Italia volta pagina. Il Referendum Istituzionale, indetto per stabilire la forma dello Stato, vide la vittoria dei repubblicani sui monarchici. All’Assemblea costituente, poi, il compito di scrivere la nuova Costituzione. Fu approvata il 22 dicembre del 1947. Entrò in vigore il primo gennaio del 1948.
La città di Gaeta celebrerà lo storico anniversario con una cerimonia ufficiale che si svolgerà giovedì 2 giugno, in Piazza Monsignor Di Liegro. Il via alle ore 10.30 con la deposizione di una corona di alloro alla lapide commemorativa della Liberazione di Gaeta (19 maggio 1944) con picchetto d’onore in armi della Scuola Nautica della Guardia di Finanza. Nel corso della cerimonia del 2 giugno (Festa della Repubblica) saranno rievocati anche gli eventi che hanno portato alla Liberazione di Gaeta dalla tragedia del nazi- fascimo e alla fine delle sofferenze della Seconda Guerra Mondiale. 72 anni fa, il 19 Maggio 1944, dopo nove lunghissimi interminabili mesi di sofferenze, contrassegnati da razzie, rastrellamenti, fughe e saccheggi, finiva l’incubo. La cerimonia proseguirà alle ore 11 con il concerto dell’Orchestra della Scuola Media G. Carducci.
Il voto del 2 giugno 1946 fu anche il voto delle donne italiane che per la prima volta esercitavano il fondamentale diritto! Nell’ambito delle manifestazioni celebrative del 70° anniversario dalla Fondazione della Repubblica, organizzate dalla Prefettura di Latina e che si svolgeranno nel capoluogo di Provincia, in Piazza della Libertà, il 2 giugno, alle ore 9.30, nove donne pontine riceveranno un attestato di riconoscimento dal Prefetto di Latina, a ricordo del voto espresso nel 1946, per la prima volta in Italia insieme a milioni di altre elettrici.
Tra le nove donne, una concittadina di Gaeta, Antonietta Ulvieri, moglie di pescatore, casalinga, quattro figli e una vita vissuta nel tipico ambiente della cittadina marinara, in cui le donne, lasciate spesso sole per lunghi periodi dai mariti marittimi o pescatori, avevano l’intera responsabilità della crescita e dell’educazione dei figli. A tale ruolo centrale all’interno della famiglia non corrispondeva un’altrettanto importante posizione nella società. Il voto espresso per la prima volta il 2 giugno del 1946, fu per lei, dunque, una forma di riscatto sociale.
“Ho un ricordo chiaro, nitido del momento in cui sono andata a votare – afferma la signora Antonietta – Quelli erano gli anni in cui la donna si occupava della casa, dei figli e del marito. Non aveva voce in capitolo nelle questioni politiche. Noi donne, relegate sempre in ruolo sociale secondario, non eravamo state messe in condizioni di capire di politica e società. Andare a votare fu per me una gioia: come donna mi sono sentita considerata. Per la prima volta veniva chiesto anche il mio parere. Il mio voto fu espressione del mio pensiero, della mia voce. Al Referendum del 2 giugno 1946 io votai per la Repubblica!”.
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