ITRI – “Spira un vento veramente nuovo a Itri, un vento capace, con il concorso autenticamente democratico del consenso popolare, di permettere quel rinnovamento autentico che da tanto tempo e da tantissima gente viene chiesto a chi, per delega del popolo, ha l’onerosa incombenza di formulare il percorso gestionale di una comunità”. E’ il prof. Salvatore Mazziotti, giovane docente, filosofo e attento osservatore e operatore nel campo della disabilità, a ricordare i punti salienti del suo impegno che lo ha visto scendere in campo nella campagna amministrativa a Itri.
“Ribadisco, innanzi tutto, respingendo le obsolete e tremolanti postulazioni secondo le quali noi giovani non siamo rodati per indirizzare una collettività verso traguardi di conquiste illuminate, che proprio la nostra testarda applicazione in tanti anni nei più svariati campi che attengono alla crescita culturale, sociale, umana, oserei dire, della composita realtà locale, possa a buon diritto certificare la nostra abilitazione alla formulazione di percorsi autenticamente promozionale per tutti. Non è il cumulo di anni trascorsi sui banchi del consiglio comunale, senza lode e con tanta infamia, ad attestare la valenza o il titolo di amministratore, ma quell’irrefrenabile spirito di servizio che non fa difetto, anzi straborda, nelle intenzioni di tutti noi.
E in questa ottica mi piace sottolineare le priorità operative che vedono CambiAmoItri alla sempre più allargata esperienza culturale estesa al popolo, così come ci siamo sempre sforzati di fare nei nostri lunghi anni di impegno e di servizio in tal senso. E per cultura, vogliamo intendere anche una convinta volontà di favorire quel processo di integrazione che deve tener conto di una composita realtà multietnica presente a Itri e che la maggioranza della popolazione sta dimostrando di accettare nell’autentico spirito di fratellanza e di solidarietà. E, poi, i problemi legati alla disabilità, frutto non solo delle mie competenze scolastiche e professionali, ma soprattutto di una irrefrenabile voglia di dare corso a una missione che, prima ancora che politica, sento essere intensamente umana e personale”.
Orazio Ruggieri