ITRI – “Poscia, più che ‘l dolor potè il digiuno” avrebbe principiato il sommo Vate nel suo “incipit”qualora fosse stato chiamato a redigere un “pezzo” sull’inusuale ma significativo episodio di microcriminalità registratosi a Itri la notte scorsa e che ha visto trafugare da un “basso” dell’abitazione di un pastore, Antonio, ben trecento litri di olio. E, per di più, di quello buono, il celeberrimo extravergine di oliva ricavato da alberi curati e “alimentati” in maniera biologicamente genuina. Insomma, come si faceva una volta, senza farri corso ai veleni di oggi. Questi i fatti come ce li ha raccontati un vicino di casa della vittima.
Sembra cronaca di altri tempi. Del tempo in cui si rubavano le galline. Ma è il racconto, purtroppo vero, di quello che sta provocando, per lo meno così la gente ha commentato il fatto (“è segno di fame”), la persistente crisi economica. Trecento litri di olio di oliva extravergine, appena prodotto tre mesi fa da un pastore, sono stati trafugati la notte tra martedi e mercoledi a Itri. A subire il furto è stato un pastore, da qualche tempo costretto a muoversi con le stampelle, il quale vive nel budello di vico Visinali, una strettoia che collega il tracciato interno dell’Appia antica alla carreggiata della consolare nel tratto che attraversa il paese nei pressi di piazzale padre Pio.
L’uomo, che da sempre coltiva il suo podere con il metodo tradizionale, ricavando ogni anno un olio genuino e ricercatissimo, aveva sistemato il frutto del suo lavoro negli appositi contenitori che stavano collocati nel “basso” di vico Visinali, sotto le stanze dove abita e dove, la notte tra martedi e mercoledi, stava dormendo.
Ignoti malviventi (si pensa che ad agire sia stato più di qualcuno dato il peso del carico trafugato e la difficoltà a trasportare recipienti in vetro con due manici) si sono introdotti nel locale e hanno vanificato il lavoro di un’annata. La notizia si è subito sparsa per il paese dove la gente ha pure quantificato l’ammontare del mancato introito qualora l’uomo avesse venduto l’olio che, in una stagione di crisi produttiva, ha toccato il costo di dieci euro a litro.
Ai tremila euro del mancato incasso vanno poi ad aggiungersi i costi per l’aratura, la potatura, il taglio delle erbe, il trattamento delle piante e la manodopera per la raccolta che, insieme alle spese per la molitura, hanno quantificato un danno di notevole entità economica, oltre che l’amarezza per il furto e, cosa non secondaria, la preoccupazione di acquistare il prezioso prodotto senza avere la certezza di un procedimento ecologicamente trasparente. Sull’episodio stanno indagando i Carabinieri del posto agli ordini del maresciallo Giovanni Persico cui risulterebbe preziosamente utile qualche coraggiosa testimonianza di chi ha notato individui i movimenti strani”. Plaudiamo all’invito, formulato dal vicino, affinché chi ha visto o ha notato anche solo qualche elemento, fornisca informazioni utili per l’individuazione dei responsabili.
Orazio Ruggieri