ROMA – “Affidi ai nostri agricoltori i 50.000 ettari delle università agrarie e gli altri 20.000 di proprietà degli enti regionali, noi li metteremo a regime, produrremo ricchezza e lavoro”. Alla richiesta del presidente della Coldiretti regionale, David Granieri, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, risponde con un impegno: “Consegnerò alle aziende agricole le terre che mi avete segnalato, farò un pacchetto al quale aggiungo anche gli 800 ettari di Castel di Guido”.
Su questo scambio è calato il sipario della grande mobilitazione degli agricoltori del Lazio che si sono ritrovati al PalaTiziano di Roma per difendere il cibo italiano. Diecimila imprenditori agricoltori – la metà dei quali ha assistito al dibattito dai maxischermi allestiti all’esterno del palazzetto – partiti da Latina, Frosinone, Rieti, Viterbo hanno manifestato per rilanciare l’identità alimentare italiana e i prodotti tradizionali che rischiano di sparire dalle strade e dalla piazze delle città dove hanno rappresentato per secoli un valore aggiunto inestimabile dal punto di vista storico, culturale e turistico.
Dal kebab al sushi, dalla frutta esotica alle caldarroste congelate e vendute ovunque durante tutto l’anno, mentre – denunciano gli agricoltori – per il baccalà fritto o per il panino con la porchetta a Roma i turisti, e non solo loro, sono costretti a cercare su internet o nelle guide. Granieri ha poi illustrato la politica di espansione dei mercati di Campagna Amica su Roma e nei capoluoghi di provincia del Lazio, “perché il successo della filiera corta, del chilometro zero, della stagionalità ha consentito ai produttori di aumentare i margini di reddito e ai consumatori di fare una spesa sicura, consapevole e tracciata dal campo fino al banco del mercato”.
Il successo dei mercati è certificato dal fatturato in costante crescita e che, nel 2015, ha raggiunto 1,5 miliardi di euro. Ospite attesissima al PalaTiziano il ministro Maria Elena Boschi, che ha spiegato le ragioni alla base del decreto, sollecitato da Coldiretti, che introdurrà in Italia l’etichettatura obbligatoria dell’origine del latte e dei derivati. “Qualcuno ci ha detto che abbiamo fatto un favore alla Coldiretti. No, il favore – ha detto Boschi – lo abbiamo fatto all’Italia ed ai consumatori che potranno verificare se il latte o il formaggio che stanno per comprare sia locale o importato e che quindi potranno scegliere. E che sicuramente sceglieranno il Made In Italy”.
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