FROSINONE – “Chiacchiere e Maccarrune” quale migliore accoppiata? Sarà lo scrittore, nonché eclettico artista, Daniele Di Ruzza ad aprire la manifestazione cultural – enogastronomica a Frosinone che si terrà in piazza Madonna della Neve, sabato 18 giugno.
Con la moderazione di Roberto Ruffini, bibliotecario di Ferentino, a partire dalle 20.30 si snoderà una serata all’insegna della letteratura, accompagnata da alcune degustazioni di prodotti tipici locali e da un buon bicchiere di vino.
“E allora… io mi vesto di sogni”, edito da Bonfirraro, sarà il primo romanzo autobiografico a essere presentato durante la kermesse. Daniele è una persona molto forte: nulla, neanche lo sclerosi multipla, lo fa desistere dal realizzare i propri sogni. Ed è così che sale sui migliori palcoscenici d’Italia, diventando un artista, trasformandosi come un mago, fantasticando come un prestigiatore, colorandosi come un musicista. Il libro, interamente scritto con l’assistente vocale, narra di questo, del primo giorno della scoperta della patologia e della reazione dei genitori dell’autore, di come molte persone “amiche” si siano allontanate, forse per paura, e di come molte altre gli si siano avvicinate. La malattia, insomma, vista come architrave su cui poggiare una vita e, di conseguenza, un intero e intenso romanzo dell’anima, basato sulla fragilità e, insieme, sulla bellezza dell’esistenza.
«Ho voluto fortemente questo libro che induce a riflettere: dalle pagine emerge una formidabile e non comune positività – ama spesso ripetere l’editore Salvo Bonfirraro – perché si comprende come anche una malattia, seppur invalidante, possa trasformarsi in un’opportunità da non sottovalutare, in un pretesto per partire, in un viaggio da realizzare, in un sogno da vivere».
Una narrazione – densa, a tratti comica, per altri versi commovente – condotta in prima persona sin dalla pagina d’esordio che calamita subito l’attenzione del lettore, e non solo quello più sensibile. Ed evitando di annoiarlo con i dettagli dei disagi e problematiche fisiche più brutte, lo fa calare anche nella vita concreta, con le sue puntatine sull’attualità, sulla politica, la religione e quant’altro…. E, fantasticando, non si potrà ignorare l’amore, e le diverse storie d’amore, vissute dall’autore che è pur conscio di non poterne avere.
«Ho scritto del mio indissolubile rapporto con l’arte – racconta Di Ruzza – di come tutto sia cominciato, di come odiavo fare l’interprete, del rapporto burrascoso con mio padre. Spiego come sono riuscito a fare il prestigiatore pur non avendo sensibilità nelle mani, raccontando in prima persona un intero spettacolo e di come, pur non avendo forza nelle gambe, sia riuscito a trovare il modo per riposarmi e arrivare sempre a fine spettacolo. Spiego le varie tipologie di farmaci presi, i loro effetti collaterali, l’operazione alle giugulari CCSVI e di come sia stato inutile, tutto».
Vivere nell’epoca liquida degli smartphone ha permesso, inoltre, di creare un testo interattivo e sperimentale, con l’inserimento tra le pagine dei QR CODE, per chi voglia approfondire, vedere o ascoltare i video degli spettacoli di Diruzza o brani musicali, di cui egli stesso descrive la genesi.
Alla fine di questa galoppata all’interno di una vita, ci si porrà esclusivamente una domanda: allora, tra la malattia che è arrivata inesorabile e una vita che scorre tra le dita inevitabilmente, quale scelta? “E allora… io mi vesto di sogni”!
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