FONDI – Un vero e proprio caso è nato intorno alla lista del Movimento 5 Stelle di Fondi, a sostegno del candidato a sindaco Appio Antonelli. Anzi, in discussione sarebbe anche quest’ultimo. Il caso nasce dalla fusione dei due meetup fondani, avvenuto agli inizi di dicembre. A questo è poi seguita la successiva scissione nei primi giorni di marzo 2015 da parte degli attivisti di “Fondi a 5 Stelle“.
“Tale fusione – spiegano proprio questi ultimi – era richiesta ed era urgente, con lo scopo primario di preparare una unica lista, certificabile dallo Staff Nazionale, per competere alla prossima campagna elettorale. I buoni propositi e l’onestà intellettuale ha prevalso però solo negli attivisti veri, mentre i nuovi iscritti, entrati solo per votare (altro che Uno vale Uno) e pilotati da vecchi marpioni interni ed esterni al gruppo, hanno fatto sì che all’elezione del candidato sindaco, il vecchio organizer del gruppo Movimento 5 Stelle fondano, che pur non doveva accettare vista la sua carica antecedente alla fusione, si ritrovava eletto con i voti di gruppi e famiglie intere portati in riunione al solo scopo di votare.
Nonostante la battaglia interna, durata circa un mese dalla votazione, e la volontà dello stesso Antonelli di volersi dimettere perché si rendeva conto che il suo nome divideva e non riuniva il gruppo, lo stesso è stato costretto a continuare in virtù delle pressioni di commercianti e colleghi del Mof (Mercato Ortofrutticolo di Fondi) e dei vari ras capeggianti i gruppetti venutisi a creare all’interno, nonostante tale prassi sia assolutamente vietata dal movimento stesso. Poi nei proclami e nei post criticano, a bocca piena, gli altri partiti, scambiando il valore di libertà democratica con il libertinaggio, camuffato, all’interno delle riunioni. Non hanno volutamente accettato di porre solo gli attivisti nella ghiera dei candidati a sindaco. Per loro il movimento non chiede attivismo, tanto è che lo stesso candidato sindaco risulta un emerito sconosciuto ai cittadini di Fondi”.
In sostanza, secondo quanto asserisce “Fondi 5 Stelle”, su una lista di 18 persone, sedici di loro non sono mai stati cittadini attivi sul territorio.
“Una rappresentanza dunque creata appositamente per non prendere consensi? Per chi, o a chi, o verso chi gioverà tutta questa situazione politica?” domandano gli attivisti, che aggiungono: “Noi alle elezioni europee, con la nostra costante presenza sul territorio, abbiamo fatto sì che il Movimento 5 Stelle, consolidasse la propria posizione confermandosi come seconda forza politica a Fondi. I cittadini fondani, soprattutto i simpatizzanti pentastellati, da giorni ormai, ci tempestano di critiche, perché non si sentono degnamente rappresentati nella lista certificata dal movimento nazionale”.
“A loro purtroppo – proseguono – ribadiamo che non abbiamo potuto accettare di far parte di una lista di candidati che, a parte due persone, nulla ha a che fare con il Movimento 5 Stelle. Da qui la scelta di ritenere che la fusione è stata in effetti solo un trucco per affossare gli attivisti veri e creare alternativamente una lobby di persone (per molti di loro anche a loro insaputa), manovrata e gestita politicamente da mediatori e commercianti del Mercato Ortofrutticolo di Fondi. Scelta obbligata, e con nostro grande rammarico, che ci ha portati direttamente a riprendere il percorso politico e continuare invece le nostre battaglie come Fondi a 5 Stelle.
A nulla sono valse le recriminazioni verso i nostri Portavoce Regionali, anzi, noi attivisti riconosciuti dai cittadini fondani per le nostre battaglie su Acqualatina e sull’Ospedale di Fondi, (i molti gazebo, l’Agorà di Luglio 2014 per la questione sanità nel sud pontino, e/o l’Aperitivo a 5 stelle di Ottobre 2014, in cui per la prima volta riunimmo sul territorio 4 istituzioni, Parlamento Europeo, Senato, Camera e Regione), mai avremmo povuto accettare una tale situazione vergognosa e a dir poco allucinante, con la presenza in lista di persone iscritte neanche da qualche settimana e/o addirittura da pochi giorni, che poco o niente conoscono della politica dei Pentastellati, e a cui magari interessa solo il randagismo. A poco o niente è servito far capire loro che alle persone invece interessa il lavoro, che bisogna integrare con i bonus aggiuntivi le pensioni minime, e dare un reddito minimo ai disoccupati. Vergogna portare in piazza una lotta contro il randagismo e non interessarsi dei reali problemi sociali, in un momento di crisi che attanaglia e impoverisce sempre di più le famiglie”.
“Con questo comunicato – concludono gli attivisti di ‘Fondi a 5 Stelle’ – vogliamo denunciare quanto di peggio stia accadendo in Italia con il caso Venezia o nella nostra regione (Albano Laziale) e soprattutto, nel sud pontino, laddove l’unica referente rimasta, la Portavoce Regionale Signora Gaia Pernarella, ha interesse solo rivolto al meetup di Terracina (viste le amministrative del 2016). Un gruppo che lei stessa ha di fatto ultimamente ‘commissariato o congelato che dir si voglia’, assumendosi la totale organizzazione e riorganizzazione, intesa però solo ad emarginare il dissenso interno. Confidiamo in una netta e seria presa di posizione dello Staff Nazionale, al fine di garantire a tutti gli attivisti veri e conosciuti sul territorio, di poter operare e continuare dignitosamente a fare politica, quella politica rivolta solo e necessariamente verso i cittadini e le loro aspettative”.
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