GAETA – È ancora vivo il ricordo di quella drammatica notte del 31 ottobre 2012 quando l’esondazione del fossato Pontone in località Canzatora costò la vita alla Signora Gigliano, travolta dalla furia omicida di un’onda di piena.
Un episodio che destò grande sconcerto tra la popolazione e tra gli amministratori e che aprì una seria discussione, oltrechè sul pericolo idrogeologico dell’area stessa, anche sulle misure più urgenti da intraprendere in occasione di calamità naturali come fu quella in questione.
Numerose furono le associazioni di volontariato che intervennero per prestare i primi soccorsi organizzati dai Vigili del Fuoco, tra cui ricordiamo l’encomiabile lavoro svolto dall’Associazione di Protezione Civile “Fenice”, dalla “Croce Rossa” e dall “CISOM”.
Eppure, a distanza di oltre tre anni da quella tragedia, dobbiamo prendere atto – e ciò rappresenta una ulteriore grave lacuna dell’attuale amministrazione comunale -che non risulta ancora approvato il “Piano di Emergenza Comunale”, obbligo sancito, entro 90 gg. dalla data della sua entrata in vigore,dalla Legge N. 100/2012!!!!!!
Ciò a dimostrazione che questa amministrazione, sempre pronta ad adularsi e a magnificarsi pubblicamente, su alcuni temi di fondamentale importanza per la sicurezza della cittadinanza e per la salvaguardia della incolumità, è totalmente latitante, come se fossero aspetti di secondaria importanza o di scarsissimo interesse rispetto a quello che oramai è diventato l’unico vero motivo di permanenza alla guida della città di questa amministrazione: cambiare i connotati della città!
Tutto ciò che le è riuscito di fare in questi anni è stato di demandare tutta la complessa materia della Protezione Civile all’Associazione di Volontariato “Fenice”, la quale, pur essendo tra le più operative della zona, non può da sola, in assenza di una struttura operativa comunale, garantire sufficientemente la popolazione in caso di eventi catastrofici come quelli sismici e idrogeologici.
La struttura comunale a ciò preposta, il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la pianificazione delle emergenze in ambito locale, presieduta dal Sindaco quale Autorità di Protezione Civile, non ha mai svolto alcuna esercitazione operativa, non risultano riunioni operative, formative, informative, conoscitive e organizzative con le associazioni di volontariato (Fenice, Croce Rossa, CISOM, etc.), assenze queste che, con la denunciata mancata adozione del Piano di Emergenza Comunale, avranno senz’altro come conseguenza una gestione superficiale ed approssimata dell’emergenza in caso di necessità.
Ma soprattutto il C.O.C. non ha una sede idonea come previsto dalla circolare del 31 marzo 2015 dell’ex Capo del Dipartimento di Protezione Civile Franco Gabrielli. Attualmente, infatti, la sede è individuata nel modesto manufatto in località Cappuccini che, oltre a non essere funzionalmente adatto ad ospitare le oltre dieci funzioni operative previste, non risulta rispondente ai requisiti previsti dal Dipartimento di Protezione Civile.
Tale esigenza è stata rappresentata al Sindaco dal sottoscritto e dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile, che con una nota del quattro luglio scorso, ha sottolineato come spetta al primo cittadino l’approvazione del Piano di Emergenza Comunale e l’individuazione di una sede del Centro Operativo Comunale idonea dal punto di vista geologico, sismico, strutturale e funzionale, e l’approvazione del Piano di Emergenza Comunale.
Detto ciò, ci auguriamo che il Sindaco voglia preoccuparsi quanto prima della sicurezza dei suoi cittadini, salvaguardando il territorio e la sua popolazione e guardando a ciò di cui la cittadinanza ha realmente bisogno.
Non a caso sull’ultima pagina nel progetto di governo, ampiamente disatteso, vi è un richiamo a tale primaria necessità per la città: “Redigere, applicare e monitorare costantemente il Piano di Protezione Civile, indispensabile per garantire un sufficiente livello di sicurezza dagli eventi avversi o da situazioni di emergenza. Valorizzare il ruolo della Protezione Civile.”