ITRI – Preghiere e messa di suffragio, celebrata ieri sera, da padre Antonio Rungi, passionista, della comunità di Itri-Civita e ricordo nella preghiera di inizio giornata e nella messa delle ore 7,30 di oggi. Così i padri Passionisti di Itri hanno voluto ricordare nel silenzio le 27 vittime accertate, al momento, del gravissimo incidente ferroviario avvenuto ieri mattina, verso quest’orra, tra Corato e Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. “Siamo profondamente addolorati per quanto è accaduto ieri nella nostra amata Puglia -ha detto padre Rungi – dove abbiamo una consistente presenza dei passionisti e da dove sono nate tante vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale nella nostra Congregazione.
Il mio pensiero va a tutte le vittime, senza distinzione di età e condizione sociale. Tutte stanno nelle nostre orazioni e tutte abbiamo affidate al Signore e alla Madonna. Madre della Misericordia. Alla vigilia della duplice festa della Madonna del Carmine e della Madonna della Civita, affidiamo non solo a Lei Madre di tutti i credenti i morti e i feriti, ma affidiamo anche il dolore dei parenti che hanno registrato la perdita, così drammatica, dei propri cari. Chiediamo che si faccia piena luce su quanto è successo e che si prendano i giusti provvedimenti e si facciano i dovuti interventi per rendere sicura le ferrovie in Italia, sia quelle pubbliche che quelle gestite da aziende private. Queste tragedie ci insegnino a non trascurare nessuna parte del terrioritorio italiano e a rendire sicure tutte le strade, di qualsiasi genere, che si utilizzano per lavoro, studio, svago e legittimi spostamenti da una parte all’altra della nostra nazione.
Non ci stancheremo – ha concluso padre Rungi nella sua riflessione – di ricordare a tutti attenzione e vigilanza, prudenza ed accortezza quando si ha la responsabilità di guidare mezzi di trasporto pubblico per terra, per mare e per aria”. Ed un ultimo accorato appello: “Non dimentichiamo questi nostri fratelli morti, perché passate subito le notizie su queste tragedie ritorniamo tutti nella normalità e a volte nell’indifferenza. Queste immani ed inammissibili tragedie, successe nel 2016, con una tecnologia avanzatissima, non devono più capitare a nessuno e a nessuna parte in Italia e nel mondo”.
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