GAETA – “Quando si rappresentano le istituzioni, in modo serio e professionale, si dovrebbero evitare atteggiamenti e comportamenti al limite del ridicolo, ma ancor di più si dovrebbe valutare la legittimità di ciò che si fa”. Il consigliere comunale Eduardo Accetta denuncia possibili violazioni in materia di privacy.
“Quanto sta accadendo in questi giorni – spiega – è assai emblematico, ma lo è ancor di più perché voluto e sponsorizzato dal Sindaco Mitrano e dal nuovo Assessore all’Ambiente Avv. Mottola, che ha dimostrato in questa circostanza una scarsa conoscenza delle norme e della materia nello specifico.
Sarebbe bastato, prima di addentrarsi in comportamenti “altamente impopolari” come quello di rovistare nei rifiuti della gente, verificare se ciò che sta mettendo in atto il servizio ambientale, fosse consentito o meno dalla legge.
All’Assessore e al Dirigente all’ambiente nonché al vice Comandante della Polizia Locale, faccio presente che il Garante per la Protezione dei Dati Personali, con circolare del 14 luglio del 2005, ha ritenuto “invasiva”la pratica delle ispezioni generalizzate dei sacchetti dei rifiuti.
Questo significa che i soggetti preposti alla gestione della raccolta differenziata, nel caso in cui si trovino a dover trattare dati personali, devono rispettare le disposizione del D.Lgs. n. 196/2003 (Codice sulla Privacy) il quale prevede una specifica disciplina per il trattamento da parte dei soggetti pubblici, stabilendo, in sintesi:
– che va rispettato “il principio di necessità” secondo il quale è escluso, o deve essere ridotto al minimo, l’eventuale utilizzo di dati personali, qualora le finalità pubbliche possono essere perseguite anche senza dati personali o identificativi,
– che deve essere rispettato il “principio di proporzionalità” in ogni singola fase del trattamento, verificando se, e come, determinate operazioni di raccolta, esame, annotazione ed eventuale registrazione dei dati siano effettivamente pertinenti e non eccedenti rispetto alle diverse esigenze di assicurare un’efficace raccolta differenziata ed identificare i trasgressori;
– che occorre rispettare il “principio di indispensabilità”, secondo il quale i soggetti pubblici possono trattare solo i dati sensibili indispensabili per svolgere attività istituzionali che non possano essere adempiute, caso per caso, mediante il trattamento di dati anonimi o di natura diversa.
Dunque la modalità di accertamento mediante ispezioni generalizzate da parte del personale incaricato del contenuto dei sacchetti,può rivelarsi lesiva di situazioni giuridicamente tutelate come la libertà e la segretezza della corrispondenza lasciata nei rifiuti.
Ciò induce a ritenere che il trasgressore non dovrebbe essere individuato sempre ed esclusivamente attraverso la ricerca nel sacchetto dei rifiuti di corrispondenza o altri documenti a lui riconducibili, e che quindi una eventuale sanzione amministrativa irrogata ad un soggetto così individuato potrebbe risultare erroneamente comminata.
Il Garante ritiene invece lecito l’utilizzo di codici a barre o microchip che consentano di delimitare l’identificabilità della persona solo nel caso in cui sia accertata la violazione delle norme sulla raccolta differenziata.In questo modo gli operatori che verificano l’omogeneità del contenuto del sacchetto (carta, vetro, plastica) non vengono a conoscenza dell’identità della persona, che rimane riservata fino alla decodifica dei codice a barre o del microchip da parte dei soggetti che applicano la sanzione.
A chi di noi piacerebbe se qualcuno “ispezionasse” i nostri rifiuti, se “guardasse” nella nostra corrispondenza, se venisse a conoscenza di fatti riservati di cui abbiamo voluto disfarci?
E ancor più grave è che ad effettuare queste ispezioni è direttamente l’Assessore all’Ambiente, indifferente ai rischi, evidentemente mal consigliata, ai quali si espone per violazione della privacy!
Voglio quindi augurarmi, come consigliere comunale, che si proceda ad una seria regolamentazione della materia e ad una migliore organizzazione del servizio, investendo ancor più sull’informazione, sul dialogo, mettendo in pratica azioni costanti e concrete di risparmio per i cittadini e non solo azioni di marketing fini a se stesse, senza alcun reale risparmio per i cittadini, considerato che il contratto con la ditta Ecocar, da oltre cinquanta milioni di euro in nove anni, deve essere applicato in modo da portare l’amministrazione sempre di più verso le esigenze della gente e non in aperta contrapposizione”.
Si rimane ovviamente a disposizione per eventuali repliche.