FORMIA – Un successo oltre le aspettative per la XII Edizione del Festival dei Teatri D’Arte Mediterranei: 5000 presenze in tre giorni, 5 reading, 3 incontri, 3 visite guidate, un workshop, 2 spettacoli teatrali, 2 concerti, 1 spettacolo di danza, un’osservazione astronomica.
L’evento promosso dal Teatro Bertolt Brecht di Formia all’interno del progetto delle “Officine culturali” della Regione Lazio, del riconoscimento del Ministero per i Beni e le attività culturali ed in collaborazione con il Comune di Formia, si riconferma un’occasione unica, un appuntamento atteso ed apprezzato per contenuti, fascino, emozioni e proposte.
Una grande e sentita partecipazione a tutti gli appuntamenti tra la curiosità del cambio di location e di data. Nel cuore del mese di Agosto un fiume di pubblico tra residenti e turisti hanno animato il Parco Regione di Gianola, grazie al patrocinio dell’Ente Parco Riviera di Ulisse, dalle 7 del mattino alla luce del primo sole nella cisterna maggiore a strapiombo sul mare e la spiaggia del porticciolo romano guidati dalla luna riflessa nel mare magicamente illuminato.
Le melodie tunisine del maestro di liuto Samih Mahjoub, i canti delle isole greche a cura delle musiciste di Salonicco Maria Arabagì e Alexia Tanouri, l’arte della parola di Paolo Cresta, la danza provocatoria di Taher Issa ben Larbi hanno incantato il pubblico.
Un grande interesse per i tre momenti di riflessione degli incontri/confronti al Parco De Curtis con gli ospiti spagnoli dell’Università di Granada Andres Pocina e Aurora Lopez, i tunisini Dhaker Akremi e Mourad Amara, Antonella Prenner e Salvatore Strozza dell’Università Federico II di Napoli, i sardi Matteo Tuveri e Andrea Duranti, Don Carlo Lembo, Felix Adado, Pasquale Gionta che hanno suscitato interrogativi e inquadrato il Mediterraneo tra tradizione ed attualità.
I luoghi simbolo della città hanno ospitato testimoni, scrittori, narratori o opere, che hanno saputo raccontarlo o farlo rivivere: Emanuele Barbucci con il film “Gramsci44” proprio nell’ex clinica Cusumano dove il politico terminò i suoi quaderni, i versi della poetessa morta e sepolta a Gaeta Goliarda Sapienza riecheggiavano insieme allo scorrere delle acque dell’ex lavatoio di Maranola sconosciuto ai più, Salvatore Minieri ed il suo libro Pascià che ha riacceso i fari sull’ex discoteca Seve Up.
Ponti sul Mediterraneo che continuano a crescere, a tessere legami e relazioni, per un ritratto di un mare non solo nefasto ma unito nelle sue diversità grazie agli artisti e alla cultura capaci di regalare bellezza e suscitare domande. Formia è stata nuovamente al centro del Mediterraneo nonostante l’esiguo budget a disposizione, le difficoltà e la fatica perchè “chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”.
“Aver portato il festival in un luogo così magico è stata una sorpresa anche per noi. Viviamo in uno dei posti più belli del mondo, basterebbe davvero poco perchè salisse di qualità suscitando le attenzioni nazionali ed internazionali. Spesso le competenze del territorio sono costrette ad emigrare, è difficilissimo incontrare interlocutori preparati, noi siamo dei folli che, nonostante tutto, abbiamo deciso di restare pur pagando un prezzo altissimo. La internazionalizzazione del festival è il vero segreto di questa edizione. Conoscersi e farsi conoscere per lavorare insieme è l’unica possibilità per il Mediterraneo di diventare un faro per l’umanità. Si parla sempre e solo delle atrocità e mai delle meraviglie che le arti e gli artisti del Mediterraneo hanno prodotto e da questo si deve iniziare. Tutti gli sforzi che noi facciamo per questo festival, a partire dai tanti giovani volontari, è perchè crediamo che il dialogo e lo scambio delle arti e degli artisti è il centro di una nuova primavera. Con le pochissime risorse a disposizione e tutta l’umiltà di questo pugno di sognatori lanciamo questa bottiglia nel mare sperando che qualcuno la raccolga ”, afferma il direttore artistico Maurizio Stammati.
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