ITRI – Questa mattina, padre Antonio Rungi, passionista, vice-superiore della comunità del Santuario della Civita, cappellano delle Suore Opus Mariae Reginae ai 25 Ponti in Formia, ha celebrato, alle ore 7.00 una messa di suffragio per tutte le 250 vittime del terremoto che si è verificato in Italia centrale, ieri mattina, alle ore 3,16 del 24 agosto 2016.
Alla santa messa erano presenti le suore che compongono la comunità della casa generalizia dell’Istituto, fondato da padre Mario Merlin, con la madre Generale Suor Rosina Di Russo. Presenti altri fedeli alla celebrazione di suffragio per le vittime e di preghiera di sostegno e incoraggiamento a tutti i terremotati. La messa, come tutte le mattine, viene mandata in diretta streaming sul profilo Facebook di padre Antonio Rungi ed è seguita da centinaia di persone. Sia nella parte iniziale della messa che nell’omelia, padre Antonio Rungi ha parlato della vigilanza cristiana e dell’essere preparati alla venuta del Signore che può arrivare all’improvviso, nel cuore della notte, come nel caso del terremoto di ieri mattina, o a mezzoggiorno o in altre ore della giornata.
Essere preparati significa vivere nella carità, nella misericordia e facendo il bene. Poi il sacerdote ha raccontato della sua personale esperienza del terremoto di ieri mattina, quando lo stesso padre Rungi era Cascia per motivi sacerdotali e per un ritiro spirituale.
“Ieri mattina ero a Cascia per un ritiro spirituale personale. Nel cuore della notte ho avvertito benissimo il terremoto. Il sisma di fortissima intensità ci ha scossi tutti e la paura è subentrata soprattutto in coloro che non sono abituati. Dopo le due tre scosse fortissime delle ore 3,36, e dopo aver atteso un’ora buona all’aperto, un gruppo di auto di pellegrini, compresa la mia, ci siamo incamminati verso Terni, percorrendo la Valnerina, per intero. Oltre 60 Km, durante i quali noo abbiamo incontrato nessuno dei mezzi di soccorso.
Ho registrato nel mio viaggio da Cascia a Terni tante frane e cedimenti e soprattutto il crollo di buona parte dell’arcata iniziale di una galleria, che siamo riusciti a stento e non senza rischi a oltre passare incolumi. Poi verso Terni, alle prime luci dell’alba abbiamo incontrato qualche mezzo di primo intervento. L’esperienza di questo sisma di grande estensione e consistenza ha scosso tante persone che si trovano a Cascia e a Norcia.
Tanti i bambini con i genitori, che erano lì per un pellegrinaggio a ringraziare o a pregare la santa delle cose impossibili per ottenere miracoli. Nel corso del sisma è andata via anche l’energia elettrica e l’angoscia e la paura è aumentata. Molte delle persone hanno lasciato case, abitazioni ed alberghi per concentrarsi nei luoghi indicati in attesa del farsi. Una nottata agitatissima e confusa.
Solo attraverso le prime notizie della Radio che si è potuto capire il dramma che si stava consumando in tutta la zona, con morti, feriti, crolli di abitazioni ed altri problemi che il sisma porta con sé nel momento in cui si verifica e nei giorni successivi. Ringraziando a Dio sono riuscito a ritornare in convento ad Itri, dopo 5 ore di viaggio, insieme ad altre auto, di sconosciuti che tutti insieme abbiamo percordo i 65 Km da Cascia a Terni.
Da ogni parte gente in strada, tanta paura e preoccupazione. Nel viaggio di ritorno il mio pensiero alle vittime, ai feriti e alla perdita dei beni essenziali di tanti cittadini della vasta area ove ha avuto origine il terremoto e si è diffuso in tutto il centro dell’Italia. Un’esperienza angosciante che non auguro a nessuno di sperimentare, nonostante che abbia avvertito bene anche il terremoto del 1980 in Irpinia e quello del 1983.
Non si finisce mai di imparare a convivere con il bene, ma anche con i disastri ambientali di origine naturale”.