FORMIA – Nella Cardiologia di Formia sta avvenendo un ricambio generazionale. Stanno andando in pensione gli ultimi medici che assieme al Primario Paolo Tancredi iniziarono nel 1986 l’attività di reparto. Purtroppo questa fase evolve in maniera drammatica a causa del mancato ricambio del personale.
“Di sei medici andati in pensione – spiega il dott. Francesco Carta – ne sono stati sostituiti solo due e a contratto determinato. Ma non è solo un problema di numeri. L’affiatamento di un gruppo, necessario per meglio operare in una intensiva, si può ottenere con il graduale inserimento dei nuovi assunti nelle attività del reparto. Tutto invece evolve in maniera convulsa e precaria. Per quanto riguarda l’Emodinamica c’è il rischio che possa fermarsi nel giugno prossimo per il mancato rinnovo dell’ aspettativa di uno dei due Emodinamisti.
Così stanno le cose ed è assai elementare comprendere come, almeno in questo momento, la difesa della Cardiologia rappresenta la madre di tutte le battaglie per l’intero Ospedale “Dono Svizzero”. Ora ignorando alcuni imbecilli emeriti, che si esercitano nel mestiere del dileggio e ai quali la salute dei cittadini importa un piffero, sarebbe il caso invece che tutti coloro che sono in grado di comprendere la rilevanza del problema si dessero da fare. Si possono accettare critiche ma tenendo ben presente due aspetti. Il primo è che l’attuale difficoltà viene dal passato ed è resa più critica dalla scarsità attuale delle risorse. Il secondo aspetto riguarda la necessità di salvaguardare un presidio essenziale per la salute dei cittadini del basso Lazio che per qualsiasi forza politica dovrebbe rappresentare la sfida di governo o di opposizione facendone un impegno prioritario ed eccezionale.
Si tratta di quelle battaglie il cui esito pesa su tutti sia in caso di vittoria che di sconfitta e non è tanto il colore dello schieramento politico ad essere decisivo ma è la forza dei territori a pesare. Roma è la capitale che assorbe tutto o quasi. Latina subisce Roma ma prevale sull’estrema periferia della Regione in cui ci troviamo noi. C’è allora una trasversalità che si gioca in termini di territori e che potrebbe schematicamente essere intesa come il sud che rispetto al nord resta penalizzato. Ora si dà il caso che tutti siamo cittadini della Regione Lazio e dunque l’emergenza e l’assistenza, nello specifico quelle cardiologiche, devono essere garantite a Latina e a Formia nella stessa misura come a Roma. Si tratta di un principio sacrosanto sancito dalla Costituzione Repubblicana per il quale le diverse forze politiche devono distinguersi e competere per intraprendenza.
Ai cittadini ora interessano i fatti, per niente le chiacchiere e né tantomeno il rimpallo delle responsabilità. Allora occorre agire con molta pacatezza e determinazione innanzitutto sulla Regione Lazio e su tutte le altre Istituzioni che concorrono al governo della sanità pubblica. Inoltre è da valutare un impegno straordinario del Comune di Formia per istituire un fondo finalizzato alla dotazione del reparto di Cardiologia di un Ecografo di fascia alta e di altra strumentazione per l’ospedale. Faremo a breve delle proposte per il bilancio del 2015 in fase di approvazione”.
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