GAETA – “Nel Comune di Gaeta parlare di trasparenza è un fatto spinoso, e ormai è noto a tutti, quanto questa amministrazione eccelli in fatto di opacità. I Consigli comunali avvengono prevalentemente nelle ore serali, osservati (si fa per dire) attraverso un “sofisticato” sistema streaming dalla durata limitata e senza possibilità di essere rivisti, (ovvero, o sei presente alla diretta, o ti devi accontentare di ciò che ti racconteranno)”. Lo dichiara in una nota il Gruppo Comunicazione del Meetup Gaeta 5 Stelle.
Non parliamo poi dell’accesso agli atti, la ricerca su sito comunale è una vera caccia al tesoro, e con il nuovo “regolamento comunale per la disciplina del diritto di accesso dei consiglieri comunali ai documenti amministrativi ai sensi dell’art. 43 c. 2 del D.Lgs. 267/2000” non si va in contrapposizione alla legge nazionale?
In sintesi, un Consigliere comunale, per ottenerne l’accesso agli atti, deve far richiesta scritta, inserire dettagli complessi e poi deve inviarla al Segretario Generale, il quale ha diritto a 15 giorni per dare una risposta. Nel caso la stessa non fosse stata compilata secondo i criteri, il richiedente avrà solo 5 giorni per fare ricorso a nuovi dettagli o riferimenti normativi da evidenziare a rettifica. Dopo di che altri 15 giorni a disposizione per il Segretario, ed in caso di nuovo rifiuto, resta solo la possibilità di ricorrere al TAR.
Perché blindare in questo modo gli atti di un ente pubblico? Cosa sta avvenendo all’oscuro dei cittadini? Se come dice il primo cittadino, “qualcuno fa mobbing nella casa comunale”, non è motivazione sufficiente per rendere quasi impossibile la lettura di documenti che riguardano la collettività, ragion per cui ci chiediamo: siamo a Gaeta o a Pyongyang?”