FERENTINO – Sono passate da poco le 11.00 di ieri, quando su linea 113 giunge una segnalazione raccapricciante. Un operaio impegnato nella manutenzione di una tubatura in prossimità di alcune abitazioni, tra Frosinone e Ferentino, scopre che all’interno vi era un feto umano, già sviluppato e di una lunghezza di 20 cm circa.
Ancora più macabre le modalità della scoperta, perché l’operaio aveva scoperto il fagotto il giorno precedente ma, credendolo un semplice involucro di plastica, lo aveva abbandonato sul terreno e solo la pioggia, lavando il sudiciume, ha rivelato cosa fosse in realtà.
Immediato l’intervento sul posto delle Volanti, della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica che, analizzando i luoghi del ritrovamento, hanno fin da subito individuato gli appartamenti dai quali poteva essere stato introdotto il feto nella tubatura.
L’attenzione degli investigatori però si è concentrata sull’abitazione di una giovane coppia, al cui interno sono stati rinvenuti dei farmaci normalmente utilizzati per gli aborti illegali, ossia praticati al di fuori del circuito sanitario.
Il medicinale rinvenuto, in parte consumato, come effetto collaterale provoca proprio delle contrazioni e la conseguente perdita del feto.
Nello stesso appartamento è stato ritrovato anche un biglietto di prenotazione presso un consultorio di Frosinone che rafforza l’ipotesi che fosse proprio la giovane donna – una ventenne rumena – ad avere avuto in tempi recenti una gravidanza, poi interrotta.
Le indagini, coordinate dal p.m. di turno dott.ssa Caracuzzo, sono tutt’ora in corso per scoprire tutti i risvolti della vicenda.
Il feto, posto sotto sequestro presso l’obitorio dell’ospedale di Frosinone, sarà sottoposto agli accertamenti medico legali, sia per capire le cause dell’aborto sia per effettuare le comparazioni del DNA necessarie per individuare in modo incontrovertibile i genitori.
Proprio in queste ore si sta svolgendo, negli Uffici della Procura della Repubblica di Frosinone, l’interrogatorio della donna.
Le ipotesi in campo vanno dall’interruzione volontaria della gravidanza senza l’assistenza medica, che prevede la pena della reclusione fino a 6 mesi, all’induzione all’aborto, punita con la pena della reclusione fino a 3 anni.