FORMIA – “Nuovo atto aziendale? Una scommessa da vincere”. Così il Sindaco Sandro Bartolomeo e la Presidente della Commissione consiliare Sanità Maria Antonietta De Meo sull’atto di programmazione presentato l’8 novembre scorso dall’Azienda Sanitaria in sede di Conferenza dei Sindaci.
“L’atto – spiegano – presenta aspetti innovativi per l’organizzazione della sanità provinciale e questo sia a livello di ospedale che di territorio. Per quanto attiene il livello ospedaliero, Casati si è impegnato a completare la realizzazione dei due poli principali di Latina e Formia in Dea di II e I livello, adeguando gli organici nel rispetto dei parametri. Nel superare la precedente strutturazione del piano Caporossi impostata sul modello Hub-Spoke in cui le funzioni apicali (Hub) erano prevalentemente ubicate nel presidio ospedaliero di Latina, l’atto ripristina nell’ospedale di Formia le Strutture Complesse di Anestesia e Rianimazione, Radiologia e Cardiologia, con il programma di istituzione del Servizio di Emodinamica attivo h24 nello stesso presidio”.
Ma la novità fondamentale dell’impostazione Casati, spiegano, è “la netta separazione tra il ruolo di produzione delle prestazioni (ed organizzazione e gestione delle risorse assegnate) e quello di governo della domanda di salute, con l’attribuzione delle funzioni di identificazione dei bisogni e soprattutto di esercizio di committenza esterna ai Territori”. In base a tale modello organizzativo, “dovrà essere infatti il Direttore di Distretto, in stretta collaborazione con i Sindaci del proprio territorio di competenza, a valutare quali siano i bisogni di salute ed la risposta assistenziale per la popolazione di riferimento, garantendo quindi l’appropriatezza e la continuità dei percorsi assistenziali per le patologie croniche. Questo deve avvenire non solo attraverso la programmazione e l’integrazione complessa tra le attività dei dipartimenti territoriali con quelle dei dipartimenti ospedalieri ma anche con l’esercizio della committenza nei confronti dei sistemi di produzione anche esterni e privati, e non solo interni e pubblici”.
“La funzione di committenza in capo al Direttore di Distretto – proseguono Sindaco e Consigliera – è sovraordinata alla produzione e gestisce i rapporti di collaborazione tra i diversi livelli attraverso processi di budgeting interno ed accordi di fornitura sovra aziendali e di integrazione tra azienda sanitaria e diverse componenti professionali. In questo ruolo di supporto della Direzione Aziendale nella definizione degli accordi/contratti di fornitura con i produttori pubblici e privati accreditati, sia per le attività di ricovero ospedaliero che per le attività di specialistica ambulatoriale, il Distretto dovrà sovraintendere alle attività nell’area dell’integrazione socio-sanitaria, con la predisposizione dei contratti di servizio con i produttori socio-sanitari. Allo stesso tempo, sarà il Distretto ad esercitare la puntuale attività di controllo dei produttori esterni con la verifica delle attività svolte e dei risultati raggiunti”.
“E’ un modello nuovo – spiegano -, del tutto differente rispetto a quello a cui siamo abituati. Nella considerazione dei tempi difficili in cui la Sanità si trova ad operare in condizioni di sempre più scarsa disponibilità di risorse economiche e strutturali, la scommessa è lo sviluppo fino al massimo grado possibile delle condizioni di autosufficienza, la definizione di precisi accordi esterni che disciplinino il consumo delle alte specialità non presenti in Azienda allo scopo di governare volumi e percorsi, ed infine la caratterizzazione del ruolo integrativo e complementare del privato accreditato. E’ una scommessa importante e faremo di tutto per vincerla”.