MINTURNO – Un segnale di forte discontinuità con il passato. Più volte è stata ripetuta questa frase dal sindaco Gerardo Stefanelli e dall’assessore al bilancio Daniele Sparagna durante il consiglio comunale svoltosi ieri sera. All’ordine del giorno, tra i sei punti, una decisione importante per il futuro del Comune di Minturno: il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario, volgarmente detta pre-dissesto.
Ma il cruccio maggiore dell’amministrazione comunale è quello delle sentenze esecutive, che arriva al milione di euro, per le quali il Comune è obbligato a pagare ma non ha alcuna copertura economica e che potrebbero, qualora i creditori decidessero di essere pagati immediatamente, mandare l’Ente in dissesto finanziario. Quindi, il ricorso alla procedura del pre-dissesto servirà a bloccare questi pagamenti e a mettere in condizione il Comune di poter pagare tutti i debiti in più anni. Una decisione presa dopo l’incontro svoltosi qualche settimana fa presso il Ministero dell’Interno. “Ci stiamo prendendo la responsabilità – ha dichiarato Stefanelli – di metterci la Corte dei Conti al fianco. Mettiamo un punto su ciò che abbiamo trovato ed evitare che il Comune vada in default. Entro 90 giorni presenteremo il piano di riequilibrio, che prevede la riduzione e la razionalizzazione delle spese e l’aumento delle entrate”.
E a proposito di tali entrate, il sindaco ha annunciato che, grazie alla task force dei vigili urbani coordinata dall’assessore Piernicandro D’Acunto, sono state scoperte 40 attività commerciali che non pagavano la tosap per aver occupato il suolo pubblico.
Il sindaco non ha mancato di sottolineare quanto molti di questi debiti sia dovuti al cattivo lavoro degli uffici, con sentenze ai danni del Comune che non si è costituito in giudizio: “La peggior eredità che abbiamo trovato è la macchina amministrativa che fa pena. Se gli impiegati non collaborano sarà tutto inutile. È stata una scelta difficile e ragionata”.
Da parte sua, l’assessore Sparagna ha specificato che “il piano di riequilibrio finanziario verrà redatto entro 90 giorni. Sarà una gestione controllata ma che non ingessa l’amministrazione comunale. Ci sarà il controllo della Corte dei Conti ogni sei mesi. Sarà un deterrente anche per gli uffici. Il nostro è un segnale forte di discontinuità con il passato. C’è una disfunzione forte nella macchina amministrativa, abbiamo un pessimo rating nel pagamento a ditte e aziende. La quantificazione dei debiti non è definitiva perché di molte sentenze ne abbiamo contezza solo quando arrivano”.
Cosa comporterà il pre-dissesto? In merito all’innalzamento delle tasse, queste sono già al massimo. L’amministrazione procederà ad alzare soltanto l’Irpef, che dall’attuale 0,50% (Minturno è l’unico Comune della provincia ad averla ancora così bassa) passerà all’0,80%. Saranno svolti controlli a tappeto su tosap, affissioni, accertamenti, al fine di recuperare quanto più possibile entrate utili a superare il momento di difficoltà. La decisione di ricorrere al pre-dissesto consentirà da una parte di bloccare i pignoramenti e le sentenze esecutive e dall’altra di poter garantire, seppur in maniera minima, i servizi sociali e a domanda individuale. In merito a questi ultimi, saranno alzate le quote per la copertura al 36%. Il Comune di Minturno avrà il vaglio costante, cioè ogni sei mesi, della Corte dei conti e dei Ministeri dell’Interno e dell’Economia. In pratica, l’Ente diventerà vigilato speciale e dovrà rinunciare alle grandi opere pubbliche, a meno che non intervengano finanziariamente i privati. Ciò che non ha funzionato in questi anni e che ha provocato il disastro finanziario è in particolare il servizio contenzioso, producendo un milione e 200mila euro di sentenze, e ovviamente il mancato riconoscimento dei debiti dal 1995 al 2015. Debiti fuori bilancio, incertezze sugli equilibri di bilancio, posizioni debitorie, decreti ingiuntivi, gravi irregolarità, documentazione mancante, ingenti passivi, anomalie relative a quasi tutte le aree di attività amministrativa: tutto ciò era stato evidenziato già dalle due relazioni del Mef e dai revisori dei conti nel trienno dell’amministrazione Graziano. La giunta Stefanelli ha ritenuto di non ricorrere all’anticipazione di cassa, poiché tale manovra potrebbe portare a forti tagli sugli stipendi accessori dei dipendenti e alla mobilità.
Contraria l’opposizione alla decisione di ricorrere al pre-dissesto. Il consigliere Vincenzo Fedele ha dichiarato: “Le entrate ci sono e il bilancio non è messo così male. Abbiamo entrate degli autovelox. Si deve provvedere alla costituzione di un ufficio legale”. Maurizio Faticoni, invece, ha rimarcato che “ci saranno conseguenze drammatiche per i cittadini, si poteva spalmare i debiti in più anni”. Contrario anche Massimo Signore, che non ha mancato di strigliare l’amministrazione comunale: “Non è giusto che i cittadini devono pagare per l’incompetenza dei funzionari. Si potevano evitare l’aumento dello stipendio di sindaco e assessori e l’assunzione di una persona nello staff del sindaco. Sembra esserci solidità”. Ha mostrato perplessità anche Massimo Moni, evidenziando il fatto che “i revisori dei conti non hanno espresso il loro parere, ma lo faranno solo dopo aver visto il piano di riequilibrio”. Il punto sul pre-dissesto, al terzo posto dell’odg, è stato approvato soltanto con i voti della maggioranza.
Il consiglio comunale si è aperto con la dichiarazione del consigliere Fausto Larocca in merito all’uso “disinvolto” della fascia tricolore da parte degli esponenti della maggioranza e denunciando il fatto che, nonostante sia stato inaugurato il passaggio pedonale al Liceo Scientifico “Leon Battista Alberti”, ad oggi, dopo dieci giorni risulta ancora chiuso. E non ha mancato di bacchettare l’amministrazione per non aver citato chi si è interessato in questi anni, ovvero l’ex consigliere Franco Mallozzi, l’ex sindaco Aristide Galasso e l’ex consigliere regionale Romolo Del Balzo. Il sindaco Stefanelli ha replicato di aver nominato tutti gli interessati nel discorso di apertura della cerimonia e di aver già sollecitato la Provincia di Latina per l’apertura del passaggio pedonale e per l’intervento della pensilina bus.
Si è poi entrati nel vivo dei lavori consiliari con le variazioni al bilancio di previsione 2016, contestate dal consigliere Faticoni in quanto vi sarebbero discrepanze tra tali variazioni, il patto di stabilità e gli equilibri di bilancio. Anche in questo caso, il punto è stato approvato con i soli voti della maggioranza.
Al secondo punto figurava il riconoscimento dei debiti fuori bilancio dovuti a sentenze varie e codice della strada. L’avvocato Signore, direttamente coinvolto a livello professionale per uno di questi, ha correttamente lasciato l’aula. Nella sua relazione, l’assessore Sparagna ha ricordato che la commissione bilancio si è riunita nove volte per fare chiarezza sulle sentenze esecutive. Un argomento sul quale i revisori dei conti hanno chiesto anche in passato e in più occasioni di mettere mano.
Il consigliere Maria Di Girolamo ha dichiarato che ci sono delle spese nelle sentenze che non vanno riconosciute, tipo le spese accessorie, e ha evidenziato che manca il parere del responsabile del contenzioso su quasi tutte le sentenze. In altre situazioni viene rimandato il parere al comandante della polizia locale. Secondo l’avvocato Di Girolamo non sarebbe una procedura corretta, in quanto attinente al solo ufficio contenzioso. “Non abbiamo lo storico di tutte le sentenze – ha ribadito il consigliere Moni – quindi come si fa a votare la legittimità di un debito? Non conosciamo i fatti che hanno portato alla sentenza”. Il segretario generale Franca Sparagna ha risposto che le sentenze sono già esecutive, quindi quella dei funzionari è una formale presa d’atto. Il consigliere Fedele, invece, ha specificato che è mancata la presenza dei funzionari in commissione bilancio per spiegare sentenze e debiti.
Gli altri argomenti riguardavano i regolamenti comunali di rateizzazione e sulla celebrazione matrimoni civili, approvati all’unanimità, e la revoca della convenzione Ismef, anche questa approvata all’unanimità (erano assenti Faticoni, Signore e Di Girolamo).
Giuseppe Mallozzi