GAETA – Dopo gli esposti del consigliere comunale Eduardo Accetta arrivano le carte bollate presentate dal movimento progressista di Gaeta, tramite il capogruppo Antonio Raimondi. Procura della repubblica di Cassino, Procura Regionale della corte dei conti ed autorità anticorruzione sono stati interessati da una lunga relazione in cui si segnalano comportamenti ritenuti anomali nella realizzazione o comunque deliberazione di 5 tratti di pista ciclabile. “Insieme rappresentano un’opera pubblica vera e propria – spiega Raimondi – di cui manca però il progetto complessivo. Tanto è vero che dietro le nostre insistenze ai primi di settembre l’assessore Pasquale Ranucci ne ha chiesto conto al dirigente Pasquale Fusco. A fine settembre – come del resto ho evidenziato nel consiglio comunale del 16 ottobre 2016 – è stato dato l’incarico della progettazione complessiva dell’opera all’ingegner Di Russo, dando così la prova provata che il progetto di un unico tracciato della pista ciclabile per tutta la città non esisteva, come nemmeno erano stati calcolati i costi totali”. Inoltre i 5 tratti di percorso per biciclette sono stati concepiti senza l’approvazione del piano urbano del traffico. “È un elemento importante – continua Raimondi – se si pensa che la viabilità di via Marina di Serapo è stata completamente stravolta con l’istituzione del senso unico”. Singolare la storia dei lavori in via Firenze che, nonostante l’importo fuori soglia, erano stati assegnati alla stessa ditta che ha realizzato il lungomare di Serapo indicandoli come “migliorie” e poi bloccati per sottoporli ad una regolare gara d’appalto. Erano stati presentati all’autorità anticorruzione di Raffaele Cantone come “Affidamento diretto per variante superiore al 20% dell’importo contrattuale” ed affidati alla stessa ditta che sta riqualificando il lungomare di Serapo. Ma l’elevato importo dell’intervento (378.000 euro) e le proteste dell’imprenditore Nicola Santullo, per una corsia progettata a raso dell’ingresso della sua struttura alberghiera (Hotel Mirasole) hanno fatto successivamente cambiare idea al dirigente Pasquale Fusco ed al responsabile unico del procedimento Massimo Monacelli, prestato dal comune di Itri a quello di Gaeta. I due tecnici si erano inseriti nella scia della delibera di giunta n. 201/2016 dell’8 agosto a cui non avevano partecipato gli assessori Coscione e Lucreziano. Dove era stata riscontrata la necessità di migliorare la fruizione dell’opera di via Marina di Serapo con l’ulteriore prolungamento approvando seduta stante il progetto esecutivo del direttore dei lavori. “Di fatto il Consiglio Comunale – conclude – non si è mai occupato di quest’opera pubblica per colpe ed omissioni messi in atto da parte del sindaco Mitrano che ha espropriato il Consiglio stesso dai suoi diritti e doveri di approvazione degli atti di indirizzo e di pianificazione del territorio cittadino ed esautorato i consiglieri comunali – sia di maggioranza che di minoranza – delle loro funzioni pubbliche”.