FORMIA – E’ sempre più guerra contro le decisioni di Trenitalia. Ieri sera, intorno alle 19, c’è stata una plateale protesta dei pendolari di Minturno che hanno bloccato il treno 2393 per oltre mezz’ora presso la stazione ferroviaria di Formia. I manifestanti hanno protestato in quanto il convoglio non si sarebbe fermato alla stazione di Scauri a causa dei nuovi orari decisi da Trenitalia e Regione Campania.
Infatti, se da una parte, dopo la riunione svoltasi presso la Regione Lazio lo scorso 27 dicembre, era stata festeggiata come una vittoria la decisione dell’aumento dei treni da 20 a 26 in direzione Roma senza interscambio a Formia, ieri è arrivata un’altra sgradita sorpresa: sei convogli aggiunti nella tratta in direzione della Capitale sono stati sottratti, di fatto, nei collegamenti verso sud e, dunque, di Napoli.
Si tratta di tre treni la mattina e altrettanti di pomeriggio, che la Regione Campania ha provveduto a sottrarre alla stazione di Minturno per farli fermare ad altre stazioni di propria competenza, in sostituzione dei treni cancellati. E quello di ieri sera era proprio uno dei convogli che non avrebbero effettuato alcuna fermata a Scauri. Così i pendolari hanno bloccato la normale circolazione ferroviaria, riuscendo a imporre al capotreno di effettuare la fermata alla stazione di Minturno.
Medesima protesta si è registrata alla stazione di Sessa Aurunca alle ore 18.25, quando i pendolari hanno bloccato il treno 2396 riuscendo ad ottenere la fermata alla stazione di Minturno-Scauri.
Il nuovo provvedimento, entrato in vigore il 2 gennaio, ha avuto una ricaduta molto pesante, dal momento che i pendolari diretti a Napoli dal 2 gennaio dovranno recarsi in auto o a bordo dei mezzi pubblici nelle stazioni ferroviarie più vicine, ovvero quelle di Formia e di Sessa Aurunca.
Proprio ieri mattina il sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli, con delega anche dei primi cittadini degli altri Comuni coinvolti, ha scritto una lettera alle Regioni Lazio e Campania per trovare una rapida soluzione alla questione, ovvero di riattivare la fermata di Minturno.
Sul caso è intervenuto il Comitato Pendolari di Minturno con una nota: “Sull’orlo della crisi nervi. Questo lo stato dei pendolari. La politica regionale non può continuare a enunciare slogan di miglioramento senza una effettiva analisi dello stato dei fatti, tra l’altro già rappresentato nelle sue nuove criticità indotte con le modifiche del 2 gennaio dal comitato sui competenti tavoli istituzionali. La situazione reale è quella del disagio che vivono quotidianamente i pendolari sulla propria pelle, ovviamente indipendentemente se si parte da Minturno in direzione Roma o Napoli. È paradossale, si aumentano i treni ma rimane l’incapacità di garantire quella adeguata mobilità raggiunta, anche se verosimilmente non in modo ottimale, col precedente orario. L’auspicio è che presto la politica dia risposta alle esigenze dei pendolari prima se si possa incorrere in situazioni di disperazione che costituirebbero il fallimento della partecipazione democratica dei cittadini alle scelte su questioni di loro immediato interesse”.
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