FORMIA, CASSINO – Hanno lasciato le loro case senza tentennamenti per arrivare ai piedi del Gran Sasso nel cuore della notte. Un’impresa al limite del buon senso quella della squadra dei volontari del soccorso alpino e speleologico (C.N.S.A.S.) di Cassino che ha consentito, di supplire con risorse umane lì dove la macchina tecnologica si è fatta trovare impreparata e salvare vite umane. Marco Laracca, ingegnere di Formia e ricercatore universitario, è partito a poche ore dalla valanga che ha travolto l’hotel Rigopiano (nel comune di Farindola) insieme a tre suoi colleghi del cassinate. “Abbiamo raggiunto la colonna dei mezzi bloccati tra neve e ghiaccio sull’unica strada di accesso attorno alle tre del mattino. Constatato che non si poteva procedere oltre siamo ripartiti con gli sci ai piedi al primo chiarore dell’alba”. Hanno dunque deciso di percorrere i rimanenti 5 km che li separavano dal luogo della tragedia con le loro forze. “In circa un’ora siamo giunti sul posto ed abbiamo immediatamente iniziato ad operare insieme alla guardia di finanza ed ai vigili del fuoco”. Le operazioni richiedono in questo caso molta cautela… “Sicuramente. Noi abbiamo operato avvalendoci di sonde. Più volte, sentendo qualcosa di “mollo” abbiamo avuto l’impressione di aver trovato qualcuno, ma erano solo cuscini e materassi. Purtroppo poi è toccato a noi estrarre la seconda vittima”. Ventiquattrore intense di lavoro al termine delle quali, stremati, hanno lasciato il campo ad un’altra squadra sempre di Cassino che ha dato loro il cambio. Tra i primi soccorritori partiti dalla provincia pontina c’è anche Marco Flamminii Minuto capo Stazione del C.N.S.A.S. di Latina ma di origini abruzzesi.
(Nelle foto i soccorritori della stazione del C.N.S.A.S. di Cassino e l’hotel Rigopiano nel comune di Farindola, finito sotto una valanga di vaste proporzioni)
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