FORMIA – Sequestrata l’ex Colonia Di Donato. Questa mattina il Gruppo della Guardia di Finanza di Formia è entrato in azione apponendo i sigilli su disposizione della Procura della Repubblica di Cassino. Secondo quanto si apprende, il sequestro riguarderebbe i lavori commissionati dall’Ipab su specifici finanziamenti regionali. Falso e distrazione di fondi. Con queste ipotesi di reato la Procura di Cassino ha indagato dieci persone e ha sequestrato l’ex Colonia Di Donato nel quartiere di Castellone a Formia. Manca all’appello 500mila dei 900 mila euro finanziati dalla Regione Lazio per riconvertire la storica struttura in un albergo per i figli degli emigranti laziali all’estero. Si teme che siano serviti ad una fondazione per liquidare parcelle professionali e assumere personale.
Anche un elicottero della Guardia di Finanza, che ha sorvolato a bassa quota nel centro urbano di Formia, ha partecipato al sequestro cautelativo dell’ex Colonia “Federico Di Donato”, la struttura che prima di diventare la sede dell’ex Usl Lt/6 ospitava nel quartiere di Castellone nel dopo guerra bambini e adolescenti per brevi soggiorni estivi. Lo storico immobile, originariamente un convento dei monaci dell’ordine degli Olivetani alle spalle della chiesa di S.Erasmo, versava in uno stato di completo abbandono sino a quando la sua proprietà, l’ente di derivazione regionale Ipab della Santissima Annunziata, chiedeva ed otteneva dalla Giunta Polverini 900 mila euro per la sua riqualificazione finalizzata a creare un albergo per i figli degli emigranti laziali all’estero.
Iniziavano gli attesi lavori che si aggiudicava la ditta Sacen di Formia che, dopo alcuni stati di avanzamento, veniva liquidata per soli 400 mila euro. E la parte rimanente del contributo regionale concesso? Sulla sua destinazione vuole vederci ora chiaro il Sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Alfredo Mattei, che ha inviato gli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza per apporre i sigilli allo storico e strategico immobile. Oltre al sequestro, la Procura ha indagato per falso e distrazione di fondi dieci persone , tra queste l’ex potente dirigente regionale del settore Servizi Sociali Raniero De Filippis, i vertici dell’Ipab della Santissima Annunziata che hanno avuto a che fare con il recupero dell’ex Colonia “Di Donato” – il presidente facente funzioni Piero Bianchi, il direttore Giovanni Caprio – ed il responsabile unico del procedimento, l’attuale dirigente del settore urbanistica del comune di Gaeta – un tempo ricopriva l’analogo incarico al comune di Formia – Roberto Guratti e inoltre i funzionari della Regione Lazio Erasmo Valente, Giovanni Falco, Andrea Fumi e Giorgio Maggi; Francesco e Umberto Battista, costruttore e amministratore della ditta “Sacen” di Formia che ha iniziato i lavori di riqualificazione.
L’indagine della Procura di Cassino è solo agli inizi e, promettendo clamorosi sviluppi – sarebbe scaturita da un esposto conoscitivo dell’attuale commissaria dell’Ipab della Santissima Annunziata, Luciana Selmi, dopo le difficoltà riscontrate dalla Regione a contabilizzare i reali interventi realizzati rispetto al contributo concesso. Il sospetto che il mezzo milione che manca all’appello sarebbe finito nelle casse di una fondazione, istituita dal vecchio corso dell’Ipab, per sostenere parcelle professionali e l’assunzione di personale. La Procura ha nominato il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo quale custode giudiziario del cantiere sequestrato.
Sul caso è intervenuta l’amministrazione comunale con una nota ufficiale. “L’attuale amministrazione – recita il comunicato stampa – è completamente estranea ai fatti che riguardano l’ex Colonia Di Donato. Negli ultimi mesi il Sindaco ha incontrato più volte la Regione Lazio e l’Ipab nel tentativo di trovare una soluzione che sbloccasse e salvaguardasse i finanziamenti stanziati per la riqualificazione dell’immobile. Il sequestro effettuato in data odierna riguarda i lavori commissionati dall’Ipab su specifici finanziamenti regionali”.
“Al di là delle responsabilità dei singoli – prosegue la nota – il Sindaco si augura che la vicenda venga al più presto chiarita e che almeno possano riprendere i lavori di ristrutturazione dell’immobile, anche perché da troppi anni il quartiere di Castellone e la città di Formia sono impossibilitate ad usare la struttura. L’impegno dell’Amministrazione sarà diretto esclusivamente in questa direzione. Nel dare esecuzione al provvedimento della Procura di Cassino, la Guardia di Finanza ha consegnato al primo cittadino il decreto di sequestro nominandolo custode giudiziario dell’area”.
Saverio Forte
COMUNICATO STAMPA DELLA GUARDIA DI FINANZA
Nel quadro dell’intensificazione dei servizi di prevenzione generale e controllo economico del territorio, con particolare attenzione ai fenomeni illeciti in materia di reati nei confronti della pubblica amministrazione in danno al bilancio locale e regionale, in data odierna i militari del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro ex art 253 c.p.p. in violazione degli artt. 314 (peculato), 356 (frode nelle pubbliche forniture), 479 (falsità ideologica) e 640 (truffa) c.p. emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino a firma del Procuratore dott. Luciano D’emmanuele e del Sostituto Procuratore dott. Alfredo Mattei, del complesso immobiliare e dei terreni agricoli annessi, denominato “ ex colonia Di Donato” ubicato nel comune di Formia.
Il provvedimento restrittivo trae origine dagli accertamenti eseguiti dai militari del Gruppo di Formia posti in essere allo scopo di accertare una serie di irregolarità e difformità riscontrate nella esecuzione dei lavori di riqualificazione dell’immobile, opere finanziate dalla Regione Lazio per un importo erogato pari ad un milione di euro; lavori che tuttavia risultano non essere mai stati portati a completamento.
Il vasto complesso architettonico di oltre 15.000 mq., risalente al 1300, nell’anno 2011 era stato oggetto di un contratto di comodato d’uso della durata di 25 anni stipulato tra il Comune di Formia, proprietario dell’immobile, e l’I.P.A.B. Ss. Annunziata di Gaeta, ente regionale che, grazie ad una serie di finanziamenti a “specifica destinazione” concessi dalla Regione Lazio, avrebbe dovuto curare la riqualificazione completa della struttura al fine di realizzare un centro regionale polivalente al servizio degli emigrati laziali.
Al momento sono in corso ulteriori accertamenti per delineare le singole responsabilità nei fatti oggetto dell’indagine. Il provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Cassino, oltre ad essere stato notificato agli indagati quale informazione di garanzia è anche stato notificato in qualità di rappresentanti delle parti offese al Presidente della Regione Lazio ed al Sindaco del Comune di Formia, al quale è stata anche affidata la custodia del bene, nonché al Commissario Straordinario dell’ I.P.A.B. SS. Annunziata.
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