FORMIA – C’è molta attesa per il comportamento processuale di Katia Bidognetti e dell’ex marito Giovanni Lubello, i due “formiani” – si fa per dire – finiti in manette giovedì mattina, insieme ad altre 29 persone, nell’ambito dell’operazione “Restart” che ha decapitato con le ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, ricettazione ed estorsione la fazione “Bidognetti” del clan dei Casalesi. La terzogenita figlia del capoclan, Francesco Bidognetti, e l’uomo da cui si è separata durante la sua ultima permanenza in carcere dovranno comparire lunedì mattina per l’interrogatorio di garanzia davanti il Gip del Tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda, lo stesso magistrato che ha emesso la chilometrica ordinanza di custodia cautelare – quasi 1300 pagine – richiesta dai sostituti procuratori della Dda campana Alessandro D’Alessio e Cesare Sirignano. La Bidognetti sarà sentita nel carcere femminile di Pozzuoli, l’ex marito, che si trova ai domiciliari presso la nuova residenza di via della Conca a Formia, in Procura a Napoli. L’interrogatorio più atteso è senz’altro quella di Katia Bidognetti, la “rampolla” di “Cicciotto e mezzanotte per essere considerata colei che decideva la distribuzione degli stipendi ai componenti della famiglia; l’assistenza economica e legale ai familiari in carcere; la veicolazione di direttive e comunicazioni “da e per” il carcere; il sostentamento, anche attraverso il reperimento di posti di lavoro, di familiari. Relativamente a questa importante disponibilità economica continuano gli accertamenti di natura patrimoniale del gruppo di Formia della Guardia di Finanza sul conto della Bidognetti che, giunta nel sud-pontino, nel 2010 ha prima vissuto a Itri e, poi in via Vitruvio e, da due anni, nel “Parco Luci sul mare” in via Madonna di Ponza a Formia. La donna, madre di due bambini, nel frattempo affidati al nuovo compagno, era considerata nullatenente ma poteva sostenere un tenore di vita molto alto. Ecco perché le verifiche delle Fiamme Gialle del Colonnello Andrea Bello sono finalizzate ad individuare a Formia e sul territorio del Golfo eventuali prestanomi cui intestare disponibilità finanziarie e immobili. Intanto dall’ordinanza del Gip Miranda emerge come i rapporti tra Katia e la sorella Teresa, finita ai domiciliari perché in stato di gravidanza, fossero tutt’altro che idiallici. Le due donne litigavano spesso – l’hanno fatto in carcere a L’Aquila alla presenza del padre Francesco – per ottenere una maggiore disponibilità economica e per colpa di… facebook. Katia aveva rimproverato Teresa, alla presenza del fratello Gianluca, per aver chiesto l’amicizia ad alcune zie, le sorelle della madre, Anna Carrino, nei confronti della quale nutriva sentimenti di vendetta per aver deciso di pentirsi…. Sul piano politico il Movimento cinque Stelle ha chiesto un’urgente convocazione del consiglio comunale di Formia perchè il sindaco, nella veste di componente provinciale del tavolo dell’ordine pubblico, relazioni in merito alle vicende dell’operazione “Restart” e, nel limite del segreto istruttorio, riferisca circa la presenza dei clan camorristi in città e sulla loro influenza sul tessuto economico e sociale del territorio. Il consiglio dovrebbe anche per sostenere le proposte di istituzione di una sede decentrata della Direzione Investigativa Antimafia e tutte le proposte di carattere politico e amministrativo inoltrate in questi anni dalle varie associazioni antimafia.
Saverio Forte