ROMA – Nessun allarmismo ma neanche il tentativo di ridimensionare la gravità di quanto avvenuto tra il 2015 e l’anno scorso con una serie di episodi malavitosi che hanno fatto arretrare le lancette dell’orologio di venti anni all’estremo comprensorio meridionale della provincia di Latina. L’hanno detto, seppur con sfumature differenti nei toni e nei contenuti, i sindaci di Castelforte, Minturno e Santi Cosma e Damiano, Giancarlo Cardillo, Gerardo Stefanelli e Vincenzo Di Siena, nelle loro distinte audizioni oggi pomeriggio davanti la Commissione Speciale sulla criminalità organizzata della Regione Lazio che, presieduta da Baldassarre Favara, ha iniziato un ciclo di incontri sull’infiltrazione della malavita.
I sindaci hanno dichiarato a chiare lettere che gli episodi malavitosi vanno inquadrati singolarmente perché i “nostri territori – hanno detto – sono economicamente poveri e non si prestano a facili speculazioni. Temiamo solo che si possano insediare su territorio nuove piazze dello spaccio di droga in fuga dal napoletano – ha puntualizzato il sindaco di Minturno – per essere autonomamente protagoniste in questo settore”.
Il sindaco di Castelforte, Cardillo, ha polemizzato su come è stato interpretata dalla rete questa convocazione della commissione della Regione contro la criminalità organizzata, peraltro invitata ad effettuare un sopralluogo nell’estremo sud-pontino: “La nostra quotidiana azione amministrativa, improntata alla massima trasparenza, insegue sempre la massima collaborazione con le forze dell’ordine e sostiene le iniziative della Prefettura di Latina in tema di legalità, soprattutto a favore delle futuri generazioni.”
Tutti e tre i sindaci hanno garantito che esiste una costante e proficua collaborazione con la prefettura di Latina e i presìdi territoriali delle forze dell’ordine, ma hanno lamentato la carenza di personale preposto alla sicurezza pubblica, soprattutto con riferimento alla polizia municipale, dove le risorse disponibili per aumentare gli organici sono vincolate al blocco del turnover e al patto di stabilità che al momento non consentono assunzioni.
L’audizione si è svolta in forma dialettica con i consiglieri presenti, che da un lato hanno chiesto chiarimenti su alcune questioni e dall’altro hanno manifestato massima disponibilità a collaborare con le amministrazioni locali per creare una sinergia istituzionale contro i rischi di infiltrazioni criminali in quei territori.
In tal senso, la vicepresidente, Marta Bonafoni (Si-Sel), ha ricordato che, all’indomani dell’incontro che la commissione ha avuto con il prefetto di Latina, il suo gruppo consiliare ha depositato una mozione in Consiglio per chiedere di rafforzare i presìdi delle forze dell’ordine e della direzione nazionale antimafia nella provincia, auspicando un rapido inserimento all’ordine del giorno dei lavori d’Aula.
Piero Petrassi (Cd) ha invitato i sindaci a promuovere attività culturali e formative, rivolte soprattutto ai giovani, per rafforzare la prevenzione ed elevare il grado di attenzione contro i fenomeni criminali, anche con l’aiuto della Regione. Il consigliere formiano di Forza Italia Giuseppe Simeone ha ribadito quanto detto dai sindaci a proposito della virtuosità del tessuto socio-economico del territorio oggetto dell’audizione, che – anche a suo avviso – al momento non mostra segni di infiltrazione mafiosa o di bande organizzate ma solo episodi di criminalità sui quali occorre tuttavia mantenere alto il livello di attenzione.
Di tutt’altro avviso la posizione della terracinese Gaia Pernarella (M5s), che invece ha criticato la sottovalutazione dei recenti episodi di intimidazioni e minacce, soprattutto perché – ha spiegato – alcuni di questi hanno riguardato aziende che operano in settori delicati come l’edilizia e lo smaltimento dei rifiuti.
Saverio Forte