FORMIA – L’ipab Santissima Annunziata acquistò immobili nei pressi della colonia Di Donato per 400.000 euro che, successivamente, risultarono inutili per l’ente. Secondo l’ex presidente facente funzioni Piero Bianchi (oggi l’ente è commissariato), che contribuì fattivamente alla revoca di quegli atti, le responsabilità per quegli acquisti “incauti” non furono del consiglio di amministrazione dell’ente, ma solo del suo predecessore, Raniero De Filippis. A sostenerlo è proprio Piero Bianchi.
“I terreni furono acquistati, non fu fatto il “compromesso” ma direttamente il rogito, dal presidente pro tempore con propri decreti privi di indifferibilità ed urgenza, senza alcuna perizia estimativa, senza avere i fondi necessari (la Regione Lazio non ha mai erogato fondi per tali acquisti), senza alcuna verifica circa l’utilità di tali terreni (tra l’altro ubicati presso l’ex Colonia di Donato non di proprietà dell’Ipab) e, soprattutto, senza alcuna autorizzazione da parte del competente Consiglio di Amministrazione. In piena e totale autonomia e senza alcun coinvolgimento degli altri organi dell’Ipab, il presidente pro tempore individuò, con propri atti monocratici, i terreni e i relativi proprietari, scelse i notai e li pagò, sottoscrisse i rogiti e pagò un anticipo ai proprietari dei terreni.
Tutto fatto esclusivamente con atti monocratici del Presidente. Quando il Consiglio di Amministrazione e il Direttore vennero a conoscenza di tale incauto ed illegittimo acquisto provvidero, innanzitutto, a verificare quale fosse stato l’atto alla base del procedimento, accertando, che la delibera – non redatta dal direttore ma dal RUP, sulla base di quanto deciso e approvato nella seduta nella quale era assente il Dott. De Filippis – vi era un palese e documentabile falso: il CDA non aveva mai delegato alcuno ad alcun acquisto di terreni, dei quali ignorava addirittura l’esistenza. Nella delibera effettivamente approvata nella seduta del CDA non compare mai la parola terreni, anzi non appare proprio il punto tre del deliberato.
Esso appare solo dopo la seduta del CDA – come si è potuto verificare e come i legali hanno documentato – e solo dopo un passaggio epistolare, tra il RUP e alcuni uffici regionali della direzione del Dott. De Filippis. Il tutto all’ insaputa degli altri organi dell’IPAB. Il CDA, tra l’altro, non avrebbe mai potuto dare una delega in bianco e, comunque, una tale delega non avrebbe mai potuto/dovuto avere alcun effetto esecutivo, semmai un mero compito istruttorio, in assenza di approvazione definitiva dell’organo competente, ovvero del CDA, subordinatamente al parere del RUP, in ordine a: quali terreni acquistare, sulla base di quale perizia giurata relativa alla stima del valore degli immobili, attraverso quale procedura pubblica, per quali finalità, pagati con quali risorse ecc..
Fu acquisita dal CDA, contemporaneamente a tale verifica, una perizia giurata. Di fronte ad un atto palesemente viziato da falsità e ad un valore degli immobili stimato dal perito per eccesso, il CDA, anche su esplicita richiesta del Direttore, che ha materialmente redatto gli atti di revoca, nei quali contrariamente a quanto viene asserito vi è sia l’ubicazione dei terreni sia il costo sia soprattutto la motivazione per la quale si procede alla revoca, ha fatto ciò che doveva, proprio per scongiurare qualsiasi ipotesi di danno erariale: venuto a conoscenza della cosa, ha verificato l’iter seguito per tali acquisti, ha verificato che l’atto alla base degli acquisti era inficiato da profili di illegittimità (se non addirittura di illegalità), ha bloccato i pagamenti dei terreni, ha revocato, in autotutela e come prescrive le legge, gli atti di acquisto e sta difendendo in Tribunale gli interessi dell’Ipab”.