GAETA, LATINA – “Il congresso che ci apprestiamo a celebrare segna una fase assai complessa della vita del nostro partito e, più in generale, del nostro sistema politico.” – Lo affermano in una nota congiunta il Sottosegretario di Stato Sesa Amici ed il Consigliere Regionale Enrico Forte – Il Pd è l’unica organizzazione politica e popolare rimasta nel Paese ed è quindi su di noi che si annidano le aspettative e le responsabilità maggiori per le sorti dei nostri territori.
In chiave locale e territoriale questo congresso poteva rappresentare un’occasione per ritrovare sentieri comuni di condivisione, attraverso parole e comportamenti nuovi e davvero inclusivi.
L’On. Andrea Martella, – continuano Amici e Forte – coordinatore della mozione Orlando, ha sottolineato come sia impossibile partecipare a molti congressi locali per il prevalere di logiche perverse ed opache sul tesseramento.
Siamo costretti a prendere atto anche noi che dalla Federazione provinciale di Latina si continuano a perpetrare atti di arroganza politica e di cieca chiusura nei riguardi di una parte consistente del partito. Il Segretario Provinciale, specialmente in una fase così delicata, dovrebbe essere il garante di una comunità dove tutti possano riconoscersi ed avere la stessa agibilità politica. Assistiamo da troppo tempo, invece, ad una vera e propria mutazione genetica del nostro partito. – continuano Amici e Forte – In occasione di questo congresso, in provincia di Latina, ci troviamo dinanzi ad operazioni che nulla hanno a che fare con la politica, quanto con una spregiudicata gestione del partito. Si è consentita l’iscrizione di chi ha contribuito a lacerare il Pd, creando fratture profonde sul piano umano e politico. Si pensi, ad esempio ai comuni di Castelforte e Roccagorga. Il Partito Democratico è assente in alcuni Comuni che andranno al voto tra qualche mese: Sabaudia con molta probabilità non vedrà la partecipazione di una nostra lista e stessa sorte toccherà a Gaeta, dove una parte Dem sosterrà il Sindaco uscente di Forza Italia.
Ci ritroviamo un partito volutamente costretto alla marginalità ed utile solo alla costruzione di carriere individuali. Avvertiamo l’esigenza di dire alle ragazze e ai ragazzi del Pd, alle militanti e ai militanti che no, non è vero, non siamo tutti uguali. Vorremmo dire loro che, per noi, il Congresso rappresenta una straordinaria occasione di confronto fra opinioni diverse e non uno strumento per affermare il proprio potere soffocando il confronto.
Noi pensiamo che la politica sia una passione civile, – concludono gli esponenti democratici – che ci si tesseri perché si abbia una comune idea su come si stia insieme in un partito. Per qualcuno, invece, il tesseramento è diventato una somma algebrica , un click di troppo per tesserare online quanti più amici possibile. Riteniamo, vista la gravità degli accadimenti , che sia necessario investire i vertici regionali e nazionali del partito affinché vengano ripristinati i principi minimi di correttezza e trasparenza.