GAETA – C’è attesa per la sorte dei dieci arrestati dell’operazione antidroga “Circe”. Ieri pomeriggio si sono svolti gli interrogatori di garanzia degli ultimi quattro arrestati. Se i primi sei indagati avevano scelto di rimanere in silenzio davanti al gip Massimo Lo Mastro, le difese hanno approntato ieri una strategia diversa. Difeso dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, Giacomo Spinosa ha scelto di vuotare il sacco circoscrivendo i fatti che lo riguardano direttamente. Dalle sue parole sarebbe emersa una posizione marginale rispetto all’inchiesta, limitata a soli tre episodi di cessione di sostanza stupefacente, peraltro sempre in quantitativi molto modici. Per il comandante, attualmente agli arresti domiciliari è stata chiesta la sostituzione con la l’obbligo di firma, in modo di consentirgli di riprendere a lavorare a bordo del suo peschereccio. Ha deciso di rispondere invece per negare ogni addebito Luigi Leone, attualmente in carcere. Durante il faccia a faccia ha respinto le accuse punto per punto. Per lui l’avvocato Maurizio Forte ha chiesto la revoca della misura cautelare. Stessa decisione per Antonio e Giancarlo Di Meo. Assistiti dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, entrambi hanno deciso di ribattere alle tesi dell’ordinanza, chiedendo in conclusione l’attenuazione delle misure cautelari dall’arresto ai domiciliari per il primo e dai domiciliari all’obbligo di firma per il secondo. Anche in questo caso, come già era accaduto giovedì, il gip si è riservato la decisione in attesa del parere del pm Roberto Bulgarini a cui è stata delegata l’inchiesta condotta sul campo dal vice questore Maurizio Mancini della polizia di Gaeta.