GAETA – Sono avvolte nel più fitto e comprensibile riserbo le indagini del Commissariato di Polizia di Gaeta e della Questura di Latina per tentare di risalire agli autori del gravissimo gesto intimidatorio con cui è stato appiccato il fuoco, nella notte tra lunedì e martedì, a tre auto parcheggiate in via Pio IX, nel quartiere medioevale di Gaeta. Una prima e sommaria relazione tecnica dei Vigili del Fuoco è arrivata sulla scrivania del dirigente del locale commissariato, Maurizio Mancini, secondo la quale ad essere presa di mira è stata esclusivamente la Citroen C/3 di proprietà di un avvocato di Roma che da qualche giorno aveva deciso di assumere l’assistenza legale di alcuni giornalisti del gruppo “Repubblica-L’Espresso”, in testa Federica Angeli, da tempo minacciati dalla criminalità organizzata, soprattutto dalla ndrangheta, e per questo costretti a vivere sotto scorta. Gli inquirenti hanno accertato che i piromani hanno utilizzato un fornellino da campeggio per appiccare le fiamme che, dopo aver distrutto la Citroen del legale, hanno lambito le altre due auto parcheggiate nella caotica Pio IX, una Panda ed Jeep Renegade.
La Polizia ha sentito più volte il proprietario della Citroen C3 che, giunto a Gaeta ospite di alcuni amici per trascorrere il ponte del “25 Aprile”, ha confermato di aver incontrato proprio nella giornata di lunedì Federica Angeli alla quale aveva confermato la sua decisione di assisterla in alcuni processi in cui figura come parte civile, come vittima insomma. L’avvocato romano era pedinato, inseguito? E i piromani si sarebbero avvalsi di un supporto locale? La Polizia tende ad escludere questo secondo inquietante interrogativo, di certo l’incendio è riuscito in pieno per le difficoltà ad intervenire dei Vigili del Fuoco a causa di numerose auto parcheggiate in divieto di sosta.
Sul grave episodio, intanto, è intervenuta la Federazione nazionale della stampa che, chiedendo un urgente incontro al ministro degli Interni Marco Minniti per “valutare non solo la situazione di Federica Angeli ma anche di tutti gli altri giornalisti minacciati, considera l’episodio di Gaeta l’ultimo accompagnato da costanti minacce e insulti, anche sui social network”. Il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il delegato per i progetti di educazione alla legalità del sindacato dei giornalisti, Michele Albanese, ritengono che tutti gli episodi intimidatori sinora verificatisi devono indurre le autorità preposte a tenere alta la guardia e a ponderare l’adeguatezza della misure di sorveglianza disposte a tutela dei colleghi minacciati.
La Fnsi ha anche deciso, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa prevista per il prossimo 3 maggio, con iniziative già programmate a Reggio Calabria, Torino e Milano, di porre al centro della giornata le storie dei cronisti minacciati. Saranno raccolte testimonianze e voci da consegnare al ministro Minniti.
Saverio Forte
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