FORMIA – Condannate ad otto mesi di reclusione con i benefici di legge e per questo motivo sono tornate libere dopo 24 ore di arresti domiciliari. E’ l’esito del processo per direttissima cui sono state sottoposte davanti il giudice del Tribunale di Cassino le due donne di Gaeta, madre e figlia di 56 e 26 anni, arrestate nella giornata di venerdì dagli agenti del commissariato di Polizia di Formia con l’accusa di tentata truffa. Avevano cercato, palesando però un certo nervosismo, di incassare un vaglia, del valore di 100mila euro, sul proprio conto corrente presso l’ufficio postale di via Vitruvio.
L’importo del titolo ha insospettito il direttore che chiedeva ed otteneva il tempestivo intervento degli uomini del vice-questore Paolo Di Francia ai quali indicava le due donne, romane di nascita, ma residenti a Gaeta da otto anni, interessate a compiere questa operazione. I dovuti adempimenti burocratici smascheravano la tentata truffa, nel senso che il beneficiario del vaglia era un ignaro cittadino di Gaeta, la data di emissione presente sul vaglia era il 6 aprile scorso mentre quella presente sulla matrice era del 2 maggio.
Un falso in piena regola che motivava il sostituto procuratore Alfredo Mattei a disporre gli arresti domiciliari per madre e figlia, provvedimento che restava in piedi sino al processo per direttissima.