GAETA – Due enti che sinora hanno manifestato un patto di “non belligeranza” quando si è trattato di chiedere all’altro il riconoscimento di un debito o – meglio – il “quantum” di un servizio svolto o di una concessione più o meno rilasciata… L’ultima inchiesta promossa dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Eugenio Rubolino per la quale sono finite nei guai a Gaeta sette persone, indagate, a vario titolo, per abuso ed omissione d’ufficio, occupazione abusiva di demanio marittimo e turbativa d’asta relativamente alla gestione della sosta a pagamento su aree demaniali di competenza dell’Autorità portuale del Lazio ha indotto la nuova governance dell’ente di Civitavecchia a correre ai ripari e a chiedere quanto dovuto al comune di Gaeta. La campagna elettorale è appena iniziata, le parti si trincerano dietro un diplomatico riserbo ma qualcosa è trapelato, direttamente e indirettamente. La ripartizione finanziaria dell’Autorità portuale del Lazio avrebbe inviato al comune di Gaeta una sorta di atto di ingiunzione per riconoscergli un milione di euro – ma l’importo sarebbe carente per difetto – per aver utilizzato, dal 2004 in poi, oltre 9000 mila quadrati di parcheggi per svolgervi il servizio della sosta a pagamento, lungo il water front che va dal quartiere di Gaeta medioevale sino alla località San Carlo-La Piaia passando naturalmente per il Lungomare Caboto. L’Autorità portuale del Lazio avrebbe deciso di percorrere questa strada “risarcitoria” per evitare di incorrere nei provvedimenti sanzionatori della Procura regionale della Corte dei Conti. Ed evitare di finire nella maglie della magistratura contabile è il preciso motivo d’ordine che il presidente Alberto De Majo ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori. Che sia pendente un’analoga iniziativa di “autotutela” dell’Authority nei confronti del comune di Gaeta lo si evince da una richiesta di accesso agli atti del consigliere d’opposizione Giuseppe Matarazzo che, formalizzandola oralmente a due dei setti indagati del Pm Rubolino – il vice-comandante della Polizia locale Mauro Renzi ed il responsabile del settore Territorio, sostenibilità ambiente e lavori pubblici Pasquale Fusco – ha chiesto di venire materialmente in possesso di un atto di ingiunzione che, molto presumibilmente, dovrebbe essere stato sollecitato dai nuovi “vertici” apicali o facente funzione della sede gaetana dell’Autorità portuale del Lazio. E il comune come ha reagito a questa inaspettata istanza creditizia? Con apparente calma olimpica per non movimentare più del previsto il dibattito elettorale: “Abbiamo chiesto agli uffici – dicono i più stretti collaboratori del sindaco Cosmo Mitrano – di preparare una circostanza memoria difensiva. Capiremmo da quel momento la differenza tra il ‘dare’ e ‘avere’”.
In effetti è lo stesso comune di Gaeta creditore, da anni, nei confronti dell’Autorità portuale del Lazio ma, in considerazione di questo patto di “non belligerenza”, tutti lo sapevano ma in pochi lo denunciavano anche perché gli unici fondi che arrivavano in città per la riqualificazione del suo water front erano solo ed esclusivamente targati Autorità portuale del Lazio….L’unico a sollevare il caso fu nell’ultima sessione di bilancio proprio il consigliere d’opposizione Matarazzo che, facendo le pulci nei residui attivi, aveva rimarcato come il comune espletasse il servizio di pulizia e manutenzione delle pertinenze del lungomare Caboto (comprese le scogliere) quando questo onere economico spettasse all’Autorità portuale del Lazio…..
La conclusione delle indagini preliminari da parte del Pm Rubolino per l’aggiudicazione dell’appalto della sosta a pagamento alla cooperativa “Blù Gaeta” sino al 2021 (ai danni della cooperativa “Orizzonte”) ha chiamato in causa, infatti, il terz’ultimo ed il penultimo presidente dell’Authority. Nell’ultimo capo di imputazione del provvedimento del magistrato inquirente figurano – come si ricorderà – l’ex assessore regionale del Pd Fabio Ciani e Paqualino Monti, di area centrodestra. Sono indagati per concorso in omissione d’ufficio perché, “pur a seguito di ripetute segnalazioni provenienti dai dirigenti della filiale di Gaeta dell’Autorità portuale del Lazio, hanno omesso l’adozione di alcun provvedimento di ingiunzione di sgombero e, in particolare, di rimozione delle apparecchiature per la misurazione della sosta (parcometri) e di riduzione in pristino, quindi – si legge nel capo d’accusa nella conclusione delle indagini del Pm Rubolino – non impedendo il procrastinarsi dell’occupazione che si aveva – la Procura utilizza l’imperfetto come tempo del verbo – l’obbligo giuridico di impedire (si paventa un danno erariale di quasi mezzo milione di euro)”. Una situazione di palese illegalità perdurante dal 2004 permettendo al comune di Gaeta di esercitare un’occupazione abusiva di stalli per i quali non aveva alcun titolo ad espletare un appalto e, tantomeno, a beneficiare degli introiti…. La conclusione di questa inchiesta aveva trovato il sindaco di Gaeta Mitrano (indagato per abuso d’ufficio) “sereno” e “pronto” a fornire – se necessario – le dovute spiegazioni per una vicenda datata. Ma – a quanto – non è proprio così…