Cronaca

Bombe ed estorsioni, 5 fermi contro il clan Bidognetti. Perquisizioni anche a Scauri

MINTURNO – Nelle prime ore della mattinata odierna, nelle province di Caserta, Napoli e Latina, il N.O.RM. del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Aversa ha dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di cinque affiliati al “clan dei casalesi – fazione Bidognetti”, i quali stavano tentando di dare vita ad un nuovo gruppo criminale denominato appunto “nuova gerarchia del clan dei Casalesi”.

I cinque sono tutti ritenuti responsabili di estorsione e detenzione illegale di armi e materiali esplodenti, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. I fermati sono il 41enne Massimo Perrone, il 22enne Emanuele Gatto, il 24enne Vittorio Giarnieri, il 35enne Luigi Moschino ed il quarantenne Gaetano Celeste. Il provvedimento odierno scaturisce da un’indagine, condotta da febbraio a maggio 2017, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei fermati e che ha consentito di:
– attribuire ai fermati un ruolo specifico nella commissione di gravi ed allarmanti fatti delittuosi, in particolare diverse esplosioni all’esterno di attività commerciali, avvenuti negli scorsi mesi in Parete e in alcuni comuni del litorale Domitio;
– eseguire l’11 aprile scorso un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di un soggetto, che ha poi iniziato a collaborare con la Giustizia, ritenuto responsabile di tentata estorsione e di quattro attentati, posizionando e facendo esplodere quattro ordigni artigianali all’esterno di tre attività commerciali di Parete, di Giugliano in Campania e presso l’abitazione di un imprenditore edile di Parete;
– sequestrare, nel mese di maggio 2017, un pericoloso arsenale di non facile reperibilità anche sul mercato nero, costituito da armi da guerra, armi comuni da sparo, munizioni ed esplosivi, tutte illecitamente detenute e necessarie al gruppo criminale per l’esecuzione di atti intimidatori;
– far luce sulla commissione di estorsioni, consumate e tentate, ai danni di imprenditori locali, consistenti in dazioni di denaro comprese tra i 500 ed i 4.500 euro, consumate dal mese di dicembre 2016 al mese di maggio 2017;
– accertare che parte dei proventi estorsioni venivano consegnati a taluni componenti della famiglia Bidognetti.
Inoltre all’esito delle perquisizioni domiciliari, eseguite nel corso della notte presso le abitazioni di Vittorio Giarnieri e Luigi Moschino, gli operanti hanno rinvenuto, nella prima casa, all’interno di una cassaforte, una pistola beretta cal. 40 “smith & wesson”, con matricola abrasa e completa di caricatore; 50 cartucce cal. 7.65; 50 cartucce cal. 380; 50 cartucce cal. 357 magnum e 60 cartucce cal. 40 “smith & wesson”. Nella seconda abitazione invece è stata trovata, occultata tra alcuni indumenti, una pistola marca “looking glass”, mod. “ruby”, cal. 7.65, priva di matricola, completa di 3 caricatori, 66 cartucce cal 7.65 e una cartuccia cal. 32.

Durante la perquisizione domiciliare a carico del Perrone Massimo sono stati sequestrati otto telefoni cellulari, un personal computer, cinque carte banco posta, appunti e documenti contabili di interesse investigativo.
Gli immediati approfondimenti investigativi condotti a seguito delle catture, hanno altresì consentito di effettuare una perquisizione d’iniziativa in Scauri, in provincia di Latina, presso il domicilio di Pugliese Francesco, classe 78, ritenuto soggetto contiguo, seppur non organico, al gruppo indagato. Nella sua disponibilità è stata rinvenuta e sequestrata una pistola smith & wesson con matricola abrasa, detenuta ed occultata verosimilmente in favore del Perrone Massimo, destinatario di uno dei provvedimenti di fermo e considerato il capo del gruppo oggetto di indagine.

Il Pugliese è stato pertanto arrestato in flagranza e verrà sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in attesa del rito direttissimo. I soggetti destinatari del fermo sono stati condotti presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano.

Share