GAETA – Un risultato, incredibile, che ha sorpreso il diretto interessato al punto che nessuno, proprio nessuno, aveva pensato di organizzare una festa per la vittoria, storica, già al termine del primo turno delle elezioni amministrative al comune di Gaeta. Che la notte fosse lunga ed estenuante tutti, però, lo avevano previsto, un bar amico del vicino Corso Cavour era stato messo in preallarme, qualcuno invece, ha dovuto effettuare qualche sforzo, di lunedì mattina, per reperire una bottiglia di spumante con cui festeggiare il successo alle amministrative 2017. Il sindaco Cosmo Mitrano per motivare psicologicamente i suoi sperava di archiviare la pratica al termine del primo turno dell’11 giugno ma è stato il primo a convincersi che la partita elettorale avrebbe richiesto lo svolgimento di un tempo supplementare domenica… 25 giugno.
Tanti i candidati sindaco in gioco, troppi gli aspiranti consiglieri comunali in lizza… E invece il sindaco uscente di Gaeta ha sbaragliato il campo, ha “asfaltato“ tutti gli altri sette pretendenti alla carica di primo cittadino. La prima proiezione diffusa dopo la mezzanotte era stata per molti un piacevole anche se un fugace segnale e anche i più ottimisti pensavano che la forbice con l’ex sindaco Massimo Magliozzi si sarebbe ristretta nel corso della notte. Macchè, il trend è stato costante sino a quando all’interno di un’assolata “Casa Gaeta” qualcuno, intorno alle 8, ha consumato un caffè ed un cornetto ma ha brindato alla vittoria di Mitrano con una bottiglia di spumante “recuperata” chissà dove all’alba. Il successo del sindaco uscente innanzitutto si presta a due interpretazioni di natura statistica: da 19 anni, dal 1998, il primo cittadino in carica non succedeva a se stesso. L’ultimo a farlo fu il pidiessimo Silvio D’Amante.
Non è mai successo, poi, dall’entrata in vigore della legge sull’elezione diretta dei sindaci che a Gaeta la pratica elezioni si risolvesse al termine del primo turno. Insomma la campagna elettorale dal 1994 in poi in ogni appuntamento amministrativo è sempre terminata al turno di ballottaggio, appuntamento che a Gaeta il 25 giugno prossimo non ci sarà. Il merito è stato del sindaco Mitrano che ha voluto dare personalmente un’impronta qualitativa alle sue liste, private alcune dei simboli di alcuni partiti tradizionali (Pd e Forza Italia) e caratterizzate da una sufficiente dose di civismo che non guasta mai nell’epoca del Renzismo.
Alla gente di Gaeta poi una campagna elettorale “urlata” non è piaciuta completamente e Mitrano quando ha deciso di scendere in campo poco più di due mesi ha deciso umanizzare un attivismo amministrativo che soprattutto nel settore dei Lavori pubblici e della programmazione spettacolare ha completamente “sdoganato” Gaeta. Dodici mesi all’anno. Ai cittadini la politica del fare piace, a prescindere dalla provenienza dei finanziamenti, che siano di un ente a guida di centrodestra o dello schieramento opposto. A Mitrano, a tal riguardo, ha fatto scuola probabilmente il compianto ex sindaco di Formia Michele Forte nel sapere intercettare ed individuare quelle risorse necessarie per rendere la propria città più appetibile. E così è stato.
Le cose da fare sono sempre tante e probabilmente la cambiale che deve portare ora all’incasso è il recupero urbanistico e funzionale di quello scempio ambientale quale si è trasformata l’ex vetreria Avir. E’ racchiusa ora in questa “scatola” abbandonata la sua credibilità futura. Il successo,schiacciante,alle amministrative di domenica sancisce infine, un punto di svolta alla giovane carriera del figlio di emigranti nato in Venezuela. L’interessato indossa il saio francescano quando ribadisce di voler continuare a servire per altri cinque anni la sua città.
Umanamente e politicamente la vittoria al primo turno lo pone ora nelle condizioni di accreditarsi in prima persona a Roma nelle stanze dei bottoni, nelle segreterie che contano del suo partito…Forza Italia…quasi a mettere in discussioni taluni equilibri interni da tempo cristallizzati. Le ambizioni è legittimo coltivarle e gli appuntamenti elettorali che contano (politiche e regionali) non sono poi così lontano nel tempo.
Saverio Forte
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