FORMIA – Ancora in affanno la maggioranza Partito Democratico-Forza Italia che per il “bene della città” sostiene la Giunta Bartolomeo al comune di Formia. Superati, a fatica, gli ostacoli del bilancio di previsione 2017 e il conto consuntivo 2016 che il riconoscimento, chiesto dai Tribunali di Latina e Cassino e dall’ufficio del giudice di Pace dell’ex Tribunale di Gaeta, di debiti fuori bilancio per un importo superiore ai 700 mila euro si è rivelato un altro muro di gomma contro il quale è impattata – come da previsione – nella serata di lunedì la sempre più risicata maggioranza consiliare. Non era riuscito a raggiungere in tempo l’aula consiliare il capogruppo del Pd Ernesto Schiano (aveva comunicato, intorno alle 16, di aver perso il treno a Napoli per fare ritorno a Formia dove il consiglio comunale era previsto alle 19.30…) ma, dopo due appelli del presidente dell’assemblea Sandro Zangrillo, i consiglieri presenti erano solo in dieci, tre di Forza Italia (il capogruppo Erasmo Picano ha preferito non rispondere), di Generazione Formia (Antonio Di Rocco), dei Centristi per Formia (Amato La Mura), di Sinistra Italiana (Maria Rosaria Battaglia e Giuseppe Bortone), i consiglieri Mattia Zannella e Mattia Aprea e naturalmente il presidente Zangrillo. Tra il primo ed il secondo appello aveva provato a mediare un imbarazzato sindaco Bartolomeo che, scuro in volto, aveva chiesto alle minoranze presenti di permettere almeno l’inizio della seduta in prospettiva dell’assenza di alcuni consiglieri di maggioranza nella delicata seduta già convocata per questa sera, alle 20.30, in seconda convocazione. Ma non c’è stato verso. Mentre il gruppo consiliare di Forza Italia offriva la propria disponibilità a iniziare i lavori, gli altri si confermavano intransigenti: “La maggioranza, se li ha, garantisca i numeri…”. Sul piano politico, sembra, che il peggio, paradossalmente parlando, debba ancora arrivare. Per svolgere il consiglio comunale in seconda convocazione servono solo nove presenze iniziali ma per approvare le otto proposte di deliberazioni contenenti altrettanti debiti fuori bilancio saranno necessari 13 voti. Saranno garantiti? Dato per scontato l’arrivo a Formia per le 20.30 di martedì 27 giugno del treno dell’avvocato Schiano, hanno già anticipato al sindaco Bartolomeo che “potrebbero non esserci” la consigliera di maggioranza Miryam Cupo, Gianluca Taddeo di Forza Italia e finanche il presidente del consiglio Zangrillo. Dunque si profila un’altra “via crucis” che per percorrerla il comune dovrà utilizzare completamente il proprio avanzo di amministrazione – e dunque servirà una maxi variazione di bilancio – ed ulteriori 124mila euro, previsti in bilancio per il rifacimento della toponomastica. Nella maggioranza in atto ora una “guerra psicologica”, ciascuno guarda al comportamento del consigliere vicino di banco perché in questa fase conclusiva della consiliatura è preferibile indossare i panni di Ponzio Pilato piuttosto che incappare nei provvedimenti – arrivano con lentezza ma arrivano sempre – della Procura regionale della Corte dei Conti. A rendere il quadro più complicato ci hanno pensato anche i tre revisori dei conti del comune di Formia, Cataldo Piroli, Franco Sisti e Roberto Bordignon. Nei loro pareri scrivono che i debiti, almeno per quanto la loro “sorte” (il quantum della prestazione beneficiata), vanno riconosciuti, pagati. Sono perplessi sulla liquidazione degli interessi e delle spese legali perché se ciò avvenisse si concretizzerebbe il danno erariale. E fanno un esempio. La richiesta della società “Erre G.F. srl”, il gestore dell’hotel Ristorante “Il Boschetto” che aveva inviato al comune di Formia nell’autunno 2015 una fattura di oltre 7900 euro per permettere lo svolgimento di alcune “colazioni di lavoro” a favore degli attori, della produzione e dei dirigenti di Rai Fiction presenti a Formia per le riprese del film tv sul campione olimpico ed ex primatista mondiale dei 200 metri Pietro Paolo Mennea. Quell’importo iniziale è ora lievitato a 11.118.58 euro tra interessi di mora, diritti e spese legali, Cpa al 4% e, naturalmente, l’Iva al 22%. Ma qualcuno (chissà chi?) ha dimenticato che a Formia operano tanti ottimi locali, gestiti da ristoratori più pazienti. Ma – si sa – nessuno è profeta in patria. Neanche dietro i fornelli.