GAETA – Seven Seas Voyager torna per la seconda volta a solcare i mari del Golfo di Gaeta. Battente bandiera delle Bahamas, la lussuosa nave da crociera ha della compagnia Regent Seven Seas Cruises ha attraccato questa mattina alle 11 nel porto commerciale, per poi ripartire verso le 21. Proviene dal porto di Civitavecchia ed è diretta verso le isole Lipari. Si tratta di una unità extra lusso che ospita in comode suite 640 passeggeri e 520 membri di equipaggio. A loro disposizione, sparsi su 8 ponti, ci sono comfort di ogni genere.
Importante l’indotto lavorativo che si è creato. Con una ventina di autobus a servizio dei tour operator, ma anche con una importante richiesta di taxi. Le mete sono state soprattutto i centri di Gaeta e Terracina, il museo archeologico di Sperlonga e l’abbazia di Montecassino.
Scrupolosi i controlli disposti dalla sede di Gaeta dell’autorità portuale, guidata dal dirigente Lucio Pavone. Rafforzati dalle misure antiterroristiche, a cui ha sovrainteso il funzionario di Gaeta Guido Guinderi coadiuvato da capitaneria di porto e guardia di finanza. Tempestivo anche l’intervento del 118, chiamato per soccorrere un paziente affetto da colica renale, trasportato presso l’ospedale Dono Svizzero di Formia.
I turisti anglo – americani sono stati accolti in modo piuttosto originale. Nella stazione marittima hanno potuto fare le foto insieme ad un centurione ed a una dama romana. All’esterno invece hanno potuto ammirare un’esposizione di oggetti americani originali della seconda guerra mondiale.
“Il museo ‘Fronte della Memoria’ – ha detto il responsabile Salvatore Gonzales – è stato invitato per mostrare la storia della Linea Gustav. Americani ed inglesi con il loro coraggio hanno dato la libertà ai gaetani. Nella bacheca ci sono esposti cimeli dell’ottantottesimo reggimento che ha liberato la città dall’oppressione nazi – fascista”. I bambini sono stati particolarmente attratti dalla Jeep modello “Willys” e non si sono certo fatti pregare per fare le foto alla guida del mezzo. Tra i tanti ricordi in mostra anche placche d’identificazione appartenute a soldati americani.
