ITRI – Sono tornati per la terza volta, nel giro di tre giorni, i mezzi aerei per spegnere i fuochi sviluppatisi su monte Marano, a ovest di Itri, lungo la direttrice della statale Appia tra il centro aurunco e Fondi. L’incendio, partito, martedi, da monte Calvo, in territorio fondano, era giunto a monte Marano, il rilievo che aggetta sul cimitero di Itri. Nonostante la giornata intensa di lavoro da parte di un Canadair e di tre elicotteri, il fuoco aveva continuato la sua avanzata durante la notte tra martedi e mercoledi dato l’obbligo, per i mezzi aerei, di non poter effettuare lanci di notte. Mercoledi alle ore tredici l’operazione sembrava terminata, ma alle 23,00 dello stesso giorno si sono registrate ripartenze che hanno richiesto, dalle prime ore di giovedi, l’intervento degli elicotteri, tra i quali quello della società Eliossola pilotato da Massimiliano Spanò, da tutti e, in particolare dagli Itrani, che ormai lo conoscono da anni per l’audacia delle sue prestazioni professionali, soprannominato “Rambo”.
Travagliato e intenso è stato, poi, il lavoro su altri fronti, sempre in territorio itrano. Nelle zone a ridosso di monte Civita, alla cui sommità si trova l’omonimo santuario mariano, hanno operato per 48 ore, senza tregua, oltre alle strutture istituzionali, i volontari dell’associazione “La Fenice”, appositamente giunti da Gaeta e guidati dal presidente Aldo Baia. In campo, con loro, altre due squadre: i ragazzi dell’azienda venatorio-faunistica “fra’ Diavolo” e quelli dell’associazione “Italcaccia”, coordinati dal responsabile tecnico Silverio Sinapi. Per due giorni di seguito hanno fronteggiato e bloccato, senza far registrare ripartenze di fuoco, per via della perfetta azione di bonifica, zone come monte Covino, monte Le Pezze, Petto del Sole e altri siti che caratterizzano la meravigliosa veduta del golfo di Gaeta dalle cime degli Aurunci, lungo la regionale 82 “Valle del Liri” che collega Itri a Campodimele, Pico, Ceprano, la Ciociaria e Avezzano.
Un plauso pubblico ai volontari ha voluto rivolgere il responsabile Silverio Sinapi che, ricordando come questo impegno nasce come slancio spontaneo da parte di tutti, ha sottolineato anche la perdita della retribuzione lavorativa da parte di chi si astiene dal lavoro per prestare la sua opera gratuita per la tutela e la salvaguardia della Natura. Ingente e terrificante per le conseguenze idrogeologiche e paesaggistiche il bilancio dei danni, con ancora tre mesi di rischio incendi desumibili dal calendario, ha finora registrato una vera e propria devastazione del territorio itrano, i cui 11.000 ettari di estensione subiscono, anno dopo anno, ferite mortali, con le neppur inaspettate criticità che, con la stagione delle piogge, rischiano di provocare anche tragedie il cui responsabile e mandante resta la mano criminosa dell’uomo.
Orazio Ruggieri
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