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Comitato di lotta: “La crisi idrica era prevedibile ma Acqualatina mirava ad essa per passarla liscia”

FORMIA – La dichiarazione dello stato di calamità per l’emergenza idrica – da parte della regione Lazio – esonera Acqualatina dall’obbligo del rispetto degli standard previsti per la gestione del rapporto contrattuale. Lo si apprende dalla lettura dell’Art.4 comma 9 della Carta dei servizi, documento che disciplina i rapporti commerciali tra l’utente e il gestore idrico. Nel caso in cui una delle due parti non rispetti ciò che c’è scritto in essa in rischia delle pesanti sanzioni. Questo però solo in teoria, perchè nella pratica Acqualatina è immune da qualsiasi responsabilità. Ad esempio l’utente se non paga la bolletta rischia di incorrere nelle sanzioni previste proprio dalla Carta dei servizi, fino ad incorrere nell’odioso distacco (fortunatamente quest’ultima operazione è vietata da una delibera di consiglio comunale). Cosa succede invece ad Acqualatina se non rispetta la Carta dei servizi? Praticamente nulla. La Carta dei servizi infatti garantisce alla società italo-francese l’impunità, in quanto ad ogni sanzione prevista ai danni del gestore idrico, ci sono delle giustificazioni che la mettano ai ripari da eventuali azioni risarcitorie da parte dell’utente/cittadino.

Di chi è la colpa? Ovviamente dei sindaci dell’ATO4 che in questi anni hanno difeso – a spada tratta – l’operato di Acqualatina, arrivando a mettere in secondo piano il benessere delle comunità che sono stati chiamati ad amministrare. Ma neanche chi ha votato – come il nostro attuale sindaco – contro non ne esce benissimo, visto che comunque i danni che Acqualatina ha continuato ad arreccare alla nostra città sono ingentissimi.
Non basta infatti limitarsi a votare contro ma bisogna sciogliere qualsiasi rapporto contrattuale con l’attuale gestore.
Siamo stati tacciati di essere dei demagoghi quando abbiamo sottolineato che l’unico strumento per il recupero della sovranità idrica è che gli impianti e la rete idrica della nostra città ritorni nelle mani del comune. Ebbene la crisi idrica di queste settimane dimostra che i demagoghi sono quelli che in questi anni hanno sostenuto Acqualatina e la sua gestione scellerata, che si è caratterizzata con aumenti esponenziali delle bollette e l’assenza dei famosi investimenti, quest’ultimi usati dai sindaci per convincere i propri cittadini della bontà della privatizzazione del servizio idrico.

Ma non basta. Ora addirittura leggiamo che i soldi incassati con le bollette – che molti cittadini continuano a pagare nonostante tutto – non bastano e che Acqualatina chiede ai sindaci dell’ATO4 centinaia di milioni di euro di soldi pubblici per poter fare quegli investimenti in grado di garantire il superamento della crisi idrica. Una pistola puntata alle nostre tempie, che ha evidentemente lo scopo di metterci paura. Un tentativo di intimidazione che va respinto al mittente.

Ogni giorno che passa, ogni goccia d’acqua che non esce dai nostri rubinetti, ogni disagio che viviamo sulla nostra pelle per colpa della crisi idrica, ogni fontanella chiusa nella nostra città, ogni euro sottratto alle nostre tasche, ogni stipendio elargito ai dirigenti e agli amministratori di Acqualatina, ogni inutile parola proferita dai nostri amministratori, sono una ragione in più per farla finita immediatamente con Acqualatina e i suoi fedeli scudieri.

Comitato Spontaneo di lotta contro Acqualatina di Formia

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