ROMA – E’ stata presentata ufficialmente ieri a Roma la Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico (C.I.S.E.). L’associazione è stata costituita dal Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale della provincia di Napoli (ASI), dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud Pontino (COSIND), dal Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Caserta (ASI), affiancati dall’Eurispes e dall’Universitas Mercatorum. La Confederazione si propone di ricercare e attuare azioni che siano finalizzate a programmi di investimento per la creazione di imprese ma anche alla cooperazione tra gli associati per l’ottimizzazione dei servizi all’interno degli agglomerati industriali, nei porti, negli scali marittimi, negli interporti, nei centri e scali merci tenendo sempre presenti, come elementi principali nelle diverse azioni, le buone pratiche di security e di tutela dell’ambiente.
Il Presidente della C.I.S.E., Giuseppe Romano, ha illustrato la neonata associazione: “La confederazione nasce con l’intento di mettere insieme le migliori energie possibili presenti nel nostro Paese per favorirne lo sviluppo economico. La volontà dei soci fondatori è quella di realizzare una rete tra i Consorzi industriali, porti, interporti e istituzioni al fine di promuovere e produrre sviluppo dell’economia del territorio. È lodevole il fatto che una iniziativa come questa parta dal Mezzogiorno d’Italia, territorio che ormai da troppo tempo ha bisogno di un rilancio economico. Speriamo di perseguire questa strada che siamo sicuri porterà beneficio all’intero Sistema Paese e lo dimostra la presenza di un autorevole esponente del Governo come il ministro per la Coesione Territoriale Claudio de Vincenti”.
Intervista a Giuseppe Romano
GLI IMPEGNI PRESI. Circa 98 milioni di euro di finanziamenti per progetti su ambiente e sicurezza nei territori nazionali, in particolare nelle regioni meridionali. E’ il primo impegno assunto da Cise, la Confederazione italiano sviluppo economico presentata oggi a Roma, al Palazzo Gruppi Parlamentari. Una presentazione che segue di pochi giorni l’importante stipula del protocollo d’intesa firmato dal ministero degli Interni: Cise è stata infatti individuata quale soggetto attuatore nell’attuazione del Pon-Legalità (Programma operativo nazionale) 2014-2020 delle cinque regioni meridionali Campania, Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia. L’organismo, presieduto da Giuseppe Romano, affiancato dal direttore generale Michele Giannattasio, che vanta una lunga esperienza sui consorzi industriali, mira a creare una virtuosa sinergia tra le realtà territoriali quali consorzi industriali, imprese private, autorità portuali per realizzare nuove infrastrutture, attraendo anche investimenti esteri sul territorio nazionale e, in particolare, nel Sud Italia.
“Il nostro obiettivo -spiega Giuseppe Romano- è di porci come interlocutore primario per la condivisione di articolati piani di rilancio del territorio tra gli associati e le imprese allocate nelle aree industriali del paese, attraendo investimenti anche comunitari e determinando le migliori condizioni possibili per il finanziamento delle opere. E in breve tempo, grazie al protocollo d’intesa con il ministero degli Interni, ci stiamo già attivando per gestire un primo finanziamento di 10 milioni di euro per un sofisticato sistema di video-sorveglianza per gli agglomerati urbani di Napoli e Caserta”.
E tra le opportunità di rilancio, per superare il deficit infrastrutturale legato ad esempio a una carente rete ferroviaria suburbana di appena 670 chilometri, all’evidente congestionamento autostradale che penalizza il trasporto delle merci, una possibile alternativa proviene dal mare e dalla strategica posizione del nostro paese come evidenziato dal presidente di Eurispes, Gian Maria Fara, c’è la infrastrutturazione portuale.
“Il Mediterraneo -ha sottolineato il presidente di Eurispes- è uno scenario di potenzialità inespresse, a fronte di una economia del mare che è comunque una componente fondamentale con oltre 1 milione di addetti e una incidenza del 14% sul cluster logistico nazionale”. “Ci vuole dunque -sostiene- una risposta strategica per innovare la catena logistica che in Italia è ancora frammentata e che produce perdite per 50 miliardi di euro annui in inefficienza”.
Intervista a Salvatore Forte