FORMIA – E’ una delle aree strategiche di Formia. Vi sono stati riposti nel corso degli ultimi trent’anni, da quando è stata sistemata e riqualificata, tanti bellicosi sogni di sviluppo economico ed occupazionali, su tutti l’avvenieristico e – a quanto pare – defunto porto turistico “Marina di Cicerone”. Ora anche il comune sembra voglia abbandonare la gestione di Molo Vespucci, il vecchio porto commerciale della città ora in procinto di diventare il molo passeggeri (al posto di Molo Azzurra) nel momento in cui sarà ultimata la stazione marittima.
La riprova è contenuta nella delibera di Giunta numero 180 del 19 luglio in cui si autorizza, di fatto, la responsabile del settore opere pubbliche, manutenzione urbana e patrimonio dell’ente a stipulare un contratto di comodato d’uso dell’impianto di sorveglianza della città. Con chi? Facile, con l’istituzione che utilizza per le attività di servizio Molo Vespucci 365 giorni l’anno: il comando della Capitaneria di porto di Gaeta e, nello specifico, l’ufficio locale marittimo di Formia.
La Giunta Bartolomeo ha fatto un ragionamento semplice: il comune di Formia ha sì appaltato un finanziamento concessogli dalla Regione nel dicembre 2008 di 300mila euro per la messa in sicurezza delle opere portuali della città tramite un sistema di videosorveglianza e controllo degli accessi ma ora è giunto il momento che la gestione di queste strutture spetti a chi opera stabilmente nell’area di Molo Vespucci, la Capitaneria di porto.
La ragione, concreta, è anche un’altra: questo sistema necessita di manutenzione, ordinaria e straordinaria, motivo per cui il comune, con i suoi addetti, non può mettere il naso in una struttura che resta sempre un presidio militare.
Saverio Forte