FORMIA – Secondo alcuni analisti economici è considerata una ghiotta alternativa, una scorciatoia per entrare da protagonista sul mercato cinese della pasta e dell’alimentazione. Il pastificio Paone di Formia in questi giorni è tra i pochi espositori italiani invitati a partecipare all’Anufood China” che si sta svolgendo a Pechino presso l’ex centro nazionale cinese dell’alimentazione. A fare gli onori di casa del pastificio Paone è il suo neo ed attivo amministratore unico, Fulvio Paone, che, accompagnato dalla gentile con-sorte, considera questa trasferta all’ombra della grande muraglia un’altra e significativa tappa per fuoriuscire definitivamente dalle secche mobili della grande crisi dell’ultimo decennio.
Il pastificio Paone, la più longeva attività imprenditoriale della provincia di Latina sin dal 1876, è riuscito ad evitare il clamoroso fallimento e, strappato grazie alla sua storia economica e ai numeri nel frattempo prodotti sui mercati americani e dell’estremo Oriente il concordato preventivo dal Tribunale di Cassino, vuole ora ripagare sul campo la fiducia accordatagli.
L’”Anufood China”, una prestigiosa fiera internazionale per la vendita al dettaglio e l’ospitalità alimentare, è considerato un “must” per tutti i rivenditori di ali-mentari, gli operatori alberghieri e del ristorazione, soprattutto della regione della Cina settentrionale. La fiera si sta rivelando una piattaforma importante per lo scambio reciproco di informazioni, caratterizzata da diverse attività interattive, come dimostrazioni di cucina, degustazioni e concorsi oltre che seminari e workshop su argomenti selezionati.
“Per affermarsi sui mercati regionali di questo grande paese qual è la Cina – ha commentato l’amministratore unico del pastificio Paone, Fulvio Paone – è necessario entrare in contatto con distributori e partner che operano a livello regionale; sono clienti nuovi che non è possibile incontrare ad altre fiere di settore in Cina. Inoltre il mercato del food & beverage di Pechino è il meno saturo rispetto ad altre zone della Cina ed offre una possibilità alternativa per entrare sul mercato cinese”.
Saverio Forte
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