Cronaca

Formia / Cade dalla moto d’acqua, salvato dalla guardia costiera

FORMIA – Quando mancavano pochi minuti alle 17,00 di questo pomeriggio, la sala operativa della Guardia Costiera di Gaeta, tramite il numero gratuito per le emergenze in mare 1530, riceveva la richiesta di soccorso da parte di un diportista che riferiva di essere stato sbalzato in mare insieme ad un amico dalla moto d’acqua sulla quale entrambi navigavano lungo il litorale di Formia.
Le due persone, dopo le 16,00, erano uscite a bordo della moto d’acqua da una darsena privata di Gaeta per trascorrere in mare il pomeriggio, impegnati nelle evoluzioni con la moto d’acqua, sebbene le condizioni meteo marine lo sconsigliassero (mare agitato e vento ad oltre venti nodi).
Infatti dopo circa mezz’ora è giunta la richiesta di soccorso di I.M. – 24 anni di Itri – che, appunto, riferiva di essere stato scaraventato in mare insieme a S.M. – 50 anni di Gaeta – a causa del mare agitato e che lui solo era riuscito a risalire a bordo del mezzo.
La sala operativa della Guardia Costiera di Gaeta inviava sul posto la motovedetta CP 856 in servizio di Ricerca e soccorso in mare al fine di individuare e soccorre i due malcapitati.
Giunti sul posto i militari iniziavano le ricerche e, nonostante le indicazioni fornite dal segnalante non fossero precise per individuare il tratto di mare, individuavano subito la moto d’acqua con a bordo il primo naufrago che, sprovvisto della chiave d’accensione del mezzo nautico, era ormai alla deriva.
La motovedetta proseguiva, così, le ricerche del secondo naufrago di cui si erano perse le tracce. Alle ricerche partecipavano anche l’altra motovedetta ed il gommone della Guardia Costiera, nel frattempo inviate sul posto.
Erano passate da poco le 18,00 quando la motovedetta CP 856, con non poche difficoltà dovute al mare agitato, riusciva ad individuare e recuperare I.M., proprietario della moto d’acqua, che sebbene stremato sbracciava per farsi individuare.
I due naufraghi condotti a terra dalla motovedetta venivano sbarcati sulla banchina della Capitaneria per essere affidati alle cure del servizio sanitario 118. Il loro stato risultava buono tale da non richiedere il ricovero.”

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