FORMIA – Oltre una ventina di cittadini partecipanti alle manifestazioni di protesta del 29 e 30 agosto scorsi contro la carenza idrica culminati con il blocco della regionale Flacca e, purtroppo, con alcuni tafferugli nel centro urbano di Formia si sono presentati presso il commissariato di Polizia per autodenunciarsi con le ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata. Tra di loro c’erano due legali, gli avvocati Christian Lombardi e Patrizia Menanno, che hanno sollecito un “equo trattamento” rispetto agli altri manifestanti denunciati in un’iniziale fase da parte degli inquirenti dopo l’esame delle immagini registrati dal personale della Digos e pubblicate sui principali social netto. Alcuni dei cittadini – soprattutto donne ed anziani – hanno ammesso di aver sbagliato ma di averlo fatto in totale buonafede.
Questa provocatoria iniziativa, comunque, ha colto di sorpresa lo stesso Commissariato che ha chiesto agli autodenunciati di attendere qualche giorno per valutare se raccogliere o meno le loro deposizioni. La gestione dell’emergenza idrica nel sud-pontino ma anche la mancata realizzazione degli interventi previsti nell’ambito del potenziamento infrastrutturale delle reti e per l’eliminazione delle numerose perdite sono materia di indagine dell’autorità giudiziaria. Con questo intento un gruppo di avvocati che assiste centinaia di cittadini nel giudizio di class action contro Acqualatina ha chiesto di essere ricevuto dal procuratore capo della Repubblica di Cassino, Luciano D’Emmanuele, per essere edotto su quelli che vengono definiti “fatti e circostanze di rilevanza penale”.
Questa deposizione vuole, attraverso elementi nuovi, portare il contributo a favore di procedimenti già in corso o, addirittura, generarne di nuovi, in relazione a fatti ed omissioni perpetrati a danno dell’utenza in questi anni e culminati, nelle ultime settimane, con la interruzione della fornitura idrica.
Saverio Forte