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Minturno / Costituito il comitato civico “Luigi Giura” per valorizzare il Ponte “Real Ferdinando”

MINTURNO – E’ stato costituito nei giorni scorsi il comitato civico “Luigi Giura”, che si propone di valorizzare il ponte “Real Ferdinando” sul Garigliano, sito nei pressi del comprensorio archeologico di Minturnae. “Perché un comitato intitolato a Luigi Giura? Semplice… perché è un uomo la cui riscoperta è di certo doverosa e può essere vantaggiosa.” Così Emiliano Pimpinella, appassionato studioso di storia del territorio e presidente del nascente comitato civico intitolato all’ingegnere Luigi Giura. All’evento di inaugurazione è intervenuta anche Giovanna Rita Bellini, Direttore del Comprensorio archeologico di Minturnae.

“Con questo comitato, attualmente in fase di start-up, intendiamo innanzitutto portare alla conoscenza del vasto pubblico l’enorme portata delle opere di ingegneria e di architettura del Giura.

Pochi sanno, ad esempio, che fu lui a realizzare nel 1832 il primo ponte sospeso a catene di ferro dell’Europa continentale (ponte “Real Ferdinando” sul Garigliano). Un progetto straordinario, definito impossibile dalla stampa inglese dell’epoca, ma che puntualmente fu portato a compimento. Abbiamo un tesoro davanti ai nostri occhi, a due passi dalle nostre abitazioni, e non lo sappiamo. Quel ponte è molto di più di quello che conosciamo e sicuramente di quello che vediamo.

Tra le tante e rilevanti opere, Luigi Giura rese anche un altro grande servizio alla nostra terra, predisponendo e guidando il progetto di bonifica di quelle che erano le allora “paludi del Garigliano” e che in seguito divennero terre coltivabili ed abitabili dai nostri bisnonni.

Attraverso il rilancio culturale e scientifico dell’Ingegnere di Stato del Regno delle Due Sicilie, il comitato si prefigge quindi l’obiettivo “naturale e conseguente” di portare valore al nostro territorio. Minturno per prima, e tutto il territorio circostante possono infatti trarre grande valore in termini di immagine, cultura, economia e prestigio, non solo in Italia.

Al contempo ci occuperemo infine di “recuperare la memoria”. Il “ponte delle fate” (così definito da Lord Byron) alla fine di ottobre del 1860 fu teatro della decisiva battaglia che diede il via all’Unificazione dell’Italia. Quello scontro vide proprio il nostro ponte, il Garigliano e i territori di Minturno, protagonisti della storia italiana ed europea. Quegli uomini, quegli eroi che combatterono per l’esercito del Regno delle Due Sicilie, vennero dimenticati in fretta dalla storiografia successiva, come troppo spesso avviene, solo perché “vinti”.”

“Pare doveroso – conclude Pimpinella – fare oggi quanto ci è possibile per promuovere la figura di Luigi Giura.
Genio dimenticato, uomo di specchiata moralità (parole che al giorno d’oggi suonano come una rarità), tecnico e scienziato insuperabile, vanto dell’ingegneria del Regno delle Due Sicilie e dell’Italia nel mondo. Grazie a lui e alla sua storia possiamo comprendere meglio il nostro passato, conoscere e promuovere la nostra terra e le sue ricchezze… e magari approfondire delle tematiche troppo spesso affrontate in maniera frettolosa e conformista.”

Il comitato sarà impegnato nella promozione e conoscenza delle opere di ingegneria, architettura e modernizzazione del regno, coinvolgendo nello studio anche le facoltà di Ingegneria delle Università Italiane nella riscoperta delle innovazioni tecniche borboniche a partire dal “Ponte borbonico sul Garigliano” imponente opera architettonica e di ingegneria.

Il Ponte Borbonico sul Garigliano Real Ferdinando è il primo ponte sospeso su catenarie in ferro dell’Europa continentale, realizzato tra il 1828 e il 1832 su progetto dell’ing. Luigi Giura.

Poliedrico esempio della modernità del governo borbonico nel campo ingegneristico, architettonico e artistico (con le colonne egittizzanti e le sfingi, testimonianza dell’egittomania correlata ai primi scavi in Egitto), è anche un prodotto della politica industriale del Regno delle Due Sicilie (le parti in ferro del Ponte, in particolare le catene a maglie, furono realizzate nella ferriera Filangieri di Candida, installata nel 1824 da Carlo Filangieri di Satriano nella sua proprietà di Razzona di Cardinale).

L’opera, definita da Byron “il ponte delle fate”, è rappresentata più volte dai grandi artisti stranieri operanti nel Regno.

Nella prima metà del XIX secolo il Ponte- modernissima opera pubblica che sostituisce l’antica scafa (barcone fluviale collegato ad una corda tra le due sponde)- viene costruito per garantire l’attraversamento diretto del fiume, l’agevole prosecuzione del viaggio sulla via Appia, e il ricongiungimento con il sito della città romana di Minturnae ove proprio i Borbone avevano dato inizio, alla fine del XVIII secolo, agli scavi archeologici che arricchirono, con statue ed epigrafi, le collezioni reali.

Il 6 aprile del 1850 il Papa Pio IX, di rientro a Roma al termine della permanenza nel Regno delle due Sicilie durante il sia pur breve intermezzo della Repubblica Romana, attraversò il Garigliano su questo Ponte, accompagnato dal Re Ferdinando II, e qui il popolo di Traetto (attuale Minturno) lo accolse, con la Statua della Madonna, chiedendo al Papa di affidare la città e i suoi villaggi alla protezione della Vergine delle Grazie. La celebrazione reiterata ogni anno in occasione della festa della Madonna delle Grazie che vede nuovamente la statua della Madonna percorrere il Ponte e fermarsi al centro di esso rivolta verso il fiume e la foce, fonde liturgia ed evocazione storica, in una corale partecipazione di popolo che a buon diritto rientra nel patrimonio immateriale di questa terra.

Il Ponte nella sua fattispecie di opera stradale è anche il testimone muto dell’ultimo atto dell’unificazione dell’Italia sotto il nuovo Regno sabaudo, prima dell’assedio di Gaeta e della sua drammatica fine il 13 febbraio 1861, e delle dure battaglie lungo la linea Gustav al termine della II guerra mondiale, che videro la distruzione dell’impalcato nel 1943.

La distruzione del 1943, già vigente la legge di tutela del 1939, è la testimonianza di come il Ponte fosse considerato non come Bene culturale soggetto a tutela, ma obiettivo strategico.

Restaurato nel 1998, e affidato alla tutela dello Stato, può essere considerato come “case study” della problematica dei beni culturali a rischio in caso di conflitti armati.

Il comitato che viene presentato oggi, intitolato a Luigi Giura Ingegnere di Stato del Regno delle Due Sicilie, intende promuovere la conoscenza dell’enorme portata delle opere di ingegneria e di architettura e del processo di modernizzazione del Regno, e coinvolgere le facoltà di ingegneria delle università italiane nello studio e nella riscoperta delle innovazioni tecniche Borboniche a partire proprio dal ponte sul Garigliano.

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