FORMIA – La Caritas Diocesana di Gaeta, di concerto con la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali e l’associazione Libera Presidio Sud Pontino e con il Patrocinio del Comune di Formia e della Provincia di Latina, organizza l’iniziativa “Giornata del Buon Gioco”, il 24 settembre 2017, in piazza Aldo Moro a Formia dalle ore 9.30. Tale Giornata, indetta dalla Provincia di Latina ed inserita nell’ambito di eventuali altre manifestazioni organizzate dal Comune di Formia a tal proposito, viene svolta con lo scopo di accrescere la conoscenza e la consapevolezza delle patologie derivanti dal puntare denaro attraverso scommesse, slot machine, gratta e vinci, lotto e superenalotto e promuovere il buon gioco che mette in relazione le persone, attiva la loro creatività e crea vincoli di socialità.
L’Italia è nel pieno di un’overdose da gioco d’azzardo che causa profondi ed evidenti danni sociali, sanitari ed economici al nostro Paese. Ogni italiano nel 2016 ha giocato circa 1600 euro, pari a complessivi 96 miliardi di euro.
Dietro a questo caleidoscopio di slot machine, “gratta e vinci” e lotterie si nasconde l’inferno delle dipendenze patologiche, la rovina di intere famiglie, la perdita della dignità e del lavoro di chi ne è vittima. E non solo. Il settore del gioco è stato infiltrato e messo a profitto dalle mafie, che lo utilizzano per riciclare miliardi di profitti illeciti.
Il denaro che lo Stato incassa annualmente dall’azzardo sotto forma di gettito erariale non è sufficiente a ripianare i danni collaterali inferti da una liberalizzazione senza paracadute, iniziata negli anni Novanta e diventata indiscriminata nell’ultimo decennio.
Come siamo arrivati a questo punto? Perché un Paese che si sente sempre meno ricco regala miliardi di euro alla filiera del gioco d’azzardo? Come possiamo ridurre l’impatto sociale del gioco d’azzardo?
La Giornata del Buon Gioco rientra nell’ultima pista di lavoro e sull’esperienza della Tenda del Buon Gioco, realizzata dalla Cdal nel passato, vuole avvicinare le persone nella piazza per comunicare che è possibile un’altra modalità di gioco, quello aperto alla vita, che crea relazioni, serenità alla mente e salute al corpo e che non devasta la persona e la sua famiglia.