FORMIA – Presa di posizione dei sacerdoti della forania di Formia, in linea con l’enciclica di papa Francesco. “Negli ultimi giorni – si legge in una nota destinata ad essere consegnata alla storia – la nostra amata città di Formia è stata attraversata da un’ondata di protesta nata dal profondo disagio per una situazione divenuta ormai insostenibile.
Il disagio è divenuto ancora più insostenibile per le persone anziane o malate, le quali non riescono a provvedere all’approvvigionamento idrico utilizzando i punti d’acqua dislocati nelle diverse zone della città.
Questo disagio profondo e perdurante, verso il quale non ci sembra siano state fornite risposte adeguate dall’ente gestore, nella componente pubblica e privata, ha finito per alimentare un movimento di protesta spontaneo che ha occupato pacificamente le strade di Formia.
Ebbene noi, come pastori delle Comunità parrocchiali di questa città di Formia, vogliamo esprimere in maniera univoca la solidarietà verso quanti in quei giorni hanno protestato pacificamente. Vogliamo, altresì, esprimere piena solidarietà verso coloro che sono stati colpiti da un provvedimento di denuncia che noi riteniamo incomprensibile.
Chiediamo al nostro Sindaco e a tutti i Sindaci del comprensorio di adoperarsi per affrontare con ogni mezzo a disposizione il profondo disagio che l’interruzione della fornitura di acqua, bene pubblico e primario, ha determinato soprattutto nei confronti degli utenti più deboli e svantaggiati.
Chiediamo, in linea con il disposto referendario, che i Sindaci si adoperino per una totale pubblicizzazione del servizio idrico, per scongiurare il pericolo segnalato da Papa Francesco al numero 30 dell’Enciclica Laudato Si’: “Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani”.