FORMIA – “Estorsione politica, spettacolo indecoroso e maggioranza vergognosa”. Questi sono alcuni dei termini echeggiati nella tarda serata di martedì nell’affollata sala “Ernesto Ribaud” al termine del consiglio comunale di Formia in cui la sempre più risicata maggioranza Pd-Forza Italia non è riuscita (forse volutamente) a mantenete il numero legale. E gli argomenti all’ordine del giorno richiedevano un doveroso senso istituzionale che, alla distanza, è clamorosamente mancato. C’era attesa per l’approvazione del bilancio consolidato 2016 – un obbligo di legge da evadere entro il 30 settembre e necessario per sostenere finanziariamente lo svolgimento di alcuni concorsi pubblici già banditi – e soprattutto per un’attesa discussione sulla persistente carenza idrica al termine della quale il consiglio comunale – come richiesto da una petizione popolare sottoscritta da quasi 700 cittadini – avrebbe dovuto esprimere solidarietà dei confronti di quei manifestanti denunciati dal commissariato di Polizia al termine dei cortei non autorizzati di fine agosto. Il consiglio poteva iniziare solo alla “responsabile presenza” di tutte le forze di opposizione (Sinistra Italiana, Generazione Formia, Centristi per Formia e indipendenti) a fronte dei numeri balbettanti mostrati dalla maggioranza che, a causa della persistente assenza della consigliera di Forza Italia Carla Ciano, arrivava a 12….unità, insufficienti sulla carta per garantire il numero legale.
E invece il consiglio comunale iniziava ed il capogruppo di Si, Giuseppe Bortone, chiedeva ed otteneva l’inversione dell’ordine del giorno con l’esame dell’argomento riguardante la gestione dell’emergenza idrica e la solidarietà da esprimere ai cittadini denunciati per interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata. La discussione scivolava via per circa due ore al termine della quale veniva elaborato un ordine del giorno che, sottoscritto dai consiglieri di opposizione Giuseppe Bortone, Maria Rosaria Battaglia, Amato La Mura, Antonio Di Rocco, Mattia Aprea, Dario Colella, Mattia Zannella, Sabino Mauro Delle Donne, Nicola Riccardelli, conteneva il seguente testo: “La grave crisi idrica che da mesi colpisce Formia e il sud pontino in generale, da attribuire non solo alla scarsa piovosità ma anche, e soprattutto, allo stato di degrado della rete idrica su cui il gestore Acqualatina non è intervenuto per tempo, ha ingenerato comprensibili stati di agitazione nella popolazione. Popolazione che, sopraffatta dalla mancanza del bene primario dell’acqua, ha anche manifestato pubblicamente lo stato di forte disagio in cui versa. A seguito di ciò, diversi cittadini sono stati raggiunti da provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Senza voler entrare nel merito della questione, questo Consiglio Comunale ritiene che ogni azione popolare sia stata dettata dalla necessità di dover difendere il diritto ad un bene primario e, quindi, attuata in evidente stato di necessità e di bisogno. Esprime, quindi, il Consiglio, solidarietà ai cittadini oggetto di tali provvedimenti, confidando nella positiva soluzione della vicenda giudiziaria a favore degli stessi”.
A questo punto la maggioranza Pd-Forza Italia sollecitava una breve sospensione dei lavori per approfondire il testo già predisposto quando si registrava l’inatteso colpo di scena. Il capogruppo degli azzurri, Erasmo Picano, rilasciava una dichiarazione con la quale annunciava il voto favorevole della maggioranza se le opposizioni avessero garantito il numero legale nella parte conclusiva della seduta che prevedeva l’approvazione , appunto, del bilancio consolidato 2016 con le società ricomprese nel perimetro di consolidamento del gruppo di amministrazione del comune di Formia( le minoranze avevano già preannunciato che il consigliere di Forza Italia, Salvatore Forte, in qualità di presidente del Consorzio industriale del sud-pontino non avrebbe potuto partecipare al voto perché incompatibile) e la revisione straordinaria delle società partecipate che sono essenzialmente due: il Consorzio industriale e la municipalizzata Formia Rifiuti zero. La richiesta di Picano, apparsa come un diktat del tipo “prendere e lasciare” , veniva restituita al mittente dalle opposizioni che non avevano il tempo di osservare l’abbandono dall’aula della maggioranza Pd-Forza che, impedendo la discussione ed il voto del documento, lasciavano con tanto di palmo di naso i tanti cittadini presenti che, dopo il danno (la carenza idrica e la denuncia penale), hanno subito un’altra beffa (il voltafaccia di una parte della politica cittadina). Sul consiglio comunale di Formia potevano iniziare i titoli di coda con le immancabili polemiche e schermaglie verbali. I primi a tuonare sono stati i consiglieri di Sinistra Italiana, Generazione Formia, Centristi per Formia e gli indipendenti: “La maggioranza PD-Forza Italia ha ritenuto che i cittadini possono e debbono essere lasciati soli nelle loro giusta protesta per la difesa del diritto ad un bene primario come l’acqua. Grave e vergognoso il suo comportamento; grave sul piano Istituzionale perché, dopo averne chiesto espressamente la sospensione avrebbero dovuto consentire la ripresa del Consiglio e, se in disaccordo con la proposta delle opposizioni, avere il coraggio di manifestarlo apertamente anziché disertare la seduta. Vergognoso verso i cittadini che meritavano e meritano la solidarietà del Consiglio Comunale”.
Alla portavoce del movimento “Un’altra città”, Paola Villa, interessava ben poco ricevere la solidarietà del consiglio comunale di Formia e del sindaco Sandro Bartolomeo ma affrontare nella sua globalità la gravità della problematica che ha attanagliato ed esasperato l’intera cittadinanza. “Quello che ci preme sottolineare è che, malgrado il Presidente del Consiglio Comunale Sandro Zangrillo abbia sottolineato la necessità che il Consiglio Comunale fornisse risposte concrete alla cittadinanza, invitando i consiglieri comunali a formulare proposte concrete, lo stesso Presidente, come il Sindaco, come l’intera maggioranza, allorché non gli è stato garantito che, votata la solidarietà e le proposte relative al problema acqua ci sarebbe stato il numero di consiglieri necessario per votare il bilancio, si sono alzati ed hanno fatto mancare il numero legale. Questo è vergognoso. E’ vergognoso che una problematica come quella della mancanza d’acqua, che ha assunto toni drammatici ed esasperanti per l’intera cittadinanza, sia stata barattata per ottenere il numero legale alla votazione del bilancio consolidato 2016. È vergognoso che, dopo aver sciorinato pseudo proposte, richieste e quant’altro, nonché aver mostrato, quantomeno, una sensibilità sul problema, la maggioranza consiliare ed il primo cittadino abbiano abbandonato alla chetichella davanti gli occhi dei cittadini (denunciati ed autodenunciatisi) attoniti ed increduli, senza procedere ad alcuna votazione”.
Per la portavoce di “Un’altra città”, che ricorre ad Oscar Wilde, “sarebbe stato meglio che la maggioranza non si fosse proprio esposta a parlare del problema acqua, facendo così finta che non vi era alcuna sensibilità sul punto, né alcun effettivo interesse a risolvere il problema. Sarebbe stato meglio per questa strana maggioranza! Invece, parlandone, ma non votando alcunché, la maggioranza ha fugato ogni dubbio: la necessità di rimanere ancorati alla sedia (votazione del punto 3: bilancio 2016) è prioritario rispetto ai problemi concreti della cittadinanza (votazione del punto 5: determinazioni sul problema acqua). Quanto sopra con buona pace di quel senso di responsabilità per il bene di Formia (così ci hanno fatto credere!) che ha portato all’unione tra Partito Democratico e Forza Italia”.