GAETA – Succede anche questo al comune di Gaeta. La giornata per molti consiglieri comunali era cominciata sulle scale esterne del comune. Apostrofati da “si documenti!”, “Studi!” erano stati attorniati dalle associazioni di tutela degli animali. Inquiete per un regolamento sugli animali d’affezione cambiato dalla stessa amministrazione comunale che lo aveva emanato solo 5 anni fa e che prevede l’imposizione di un numero massimo di animali che possono soggiornare all’interno della propria unità immobiliare (8 a metro quadrato) e spazi condominiali (massimo 5 esemplari). Ma mentre il consiglio andava avanti si scopriva una strana, anzi stranissima verità. Il sindaco faceva infatti la spola con una stanza adiacente dove nel frattempo era in corso un’altra riunione. Tra le urla un intero condominio era intento a discutere con gli amici degli animali del caso di una “gattara” con una trentina di gatti all’interno. I condomini hanno continuato a discutere animatamente per parecchi minuti e le urla arrivavano fin dentro l’aula del consiglio comunale, tanto che i consiglieri hanno chiesto ai vigili più volte di chiudere la porta. Ma l’accordo tra i condomini non si è trovato. Anche perché la “gattara” ha fatto presente che all’interno della sua proprietà l’asl c’è già stata e non ha riscontrato nessun problema igienico sanitario. A quel punto i due gruppi si riversavano in aula. Dove la consigliera Morini, durante il suo intervento, faceva presente che per la regione Lazio oltrepassare i 5 esemplari configura la fattispecie di allevamento, raccogliendo gli applausi dei condomini. Nessuno spiegava però che fine faranno i gatti i sovra numero in quel condominio ed in altre proprietà. Le associazioni a difesa degli animali, presenti attraverso Giuseppina Coccoluto e Luisa Abbate, ritengono infatti che il nuovo regolamento incentivi l’abbandono degli animali, mentre né il comune di Gaeta, né gli altri comuni limitrofi possiedono “gattili” o altre strutture in grado di ospitarli. Cinque anni fa il comune aveva emesso un nuovo regolamento e si era addoperato per l’apertura di una struttura e di uno sportello comunale. Ma allo stato attuale è tutto fermo. Del resto un caso simile si era verificato a Formia, dove il tribunale amministrativo ha bocciato il comune di Formia proprio perché dai pareri dell’Asl la proprietaria era in regola con la normativa igienico sanitaria. Se qunque il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il regolamento, integrato da un emendamento dell’opposizione, le associazioni di difesa degli animali si preparano alla battaglia legale, forti di alcuni precedenti.