ITRI – La futura gestione del Castello medioevale di Itri e del museo del brigantaggio potrebbe essere la causa della prima vera crisi all’interno della Giunta che sostiene, da poco più di 15 mesi, il sindaco Antonio Fargiorgio. Che la gestione delle due strutture sia un “ostacolo da superare” l’ha detto nei giorni scorsi il sindaco aurunco dopo la scadenza, il 30 settembre, dell’ennesima proroga, affidata il 18 settembre (ma con effetto retroattivo al 16 settembre) alla potente Pro Loco. Dal 1 ottobre il Castello ed il museo del brigantaggio sono ufficialmente chiusi e diversi turisti, soprattutto negli ultimi due fine settimana, hanno avuto l’impossibilità di visitarli con un imbarazzante danno d’immagine per lo stesso comune, ente proprietario dei due immobili “che rappresentano un importante punto di riferimento nel settore turistico-culturale”. Sinora la gestione del castello e del museo del brigantaggio è stata di esclusivo appannaggio della Pro Loco, i cui precedenti vertici – come il neo assessore al bilancio Giovanni Battista Colucci ed il delegato al turismo Mattia Punzo – sono stati rispettivamente consigliere e addirittura presidente dell’associazione di promozione turistica e contemporaneamente membri dell’amministrazione comunale fino ad aprile 2017, quando si dimisero per le continue pressioni delle opposizioni che ventilavano il conflitto di interesse tra i due ruoli. In effetti la Pro Loco gestisce da sempre il castello ed il museo del brigantaggio con una sola parentesi, quando, tra il 2015 ed il 2016, l’allora commissario Prefettizio, Raffaella Vano, ebbe il coraggio di sospendere l’efficacia della convenzione – antica ad Itri come il tempo – in attesa dell’esito delle elezioni amministrative del giugno 2016. E così è stato ma con un aspetto da tenere in considerazione: molti dei dirigenti della Pro Loco furono candidati al consiglio comunale nella lista che sostenne e permise l’elezione del sindaco Antonio Fargiorgio, alcuni si dimisero per ricoprire gli incarichi di assessore e di delegato, altri ancora hanno continuato ad operare nella Pro Loco come volontari di “un’istituzione da sempre impegnata nella promozione del territorio – si legge nell’ultima delibera Giunta di proroga dell’affidamento, la numero 118 del 18 settembre scorso – e nella valorizzazione delle sue peculiarità ed eccellenze”. Dal 1 ottobre, dunque, il problema è scoppiato in tutte le sue sfaccettature ed è oggetto di un confronto, durissimo, nella maggioranza Fargiorgio. Il sindaco lo ha confermato così come ha sottolineato l’importanza di istituzionalizzare ora la figura di un direttore artistico presso il castello medioevale dal momento che il Museo del brigantaggio, per assumere questo titolo, è stato costretto a nominarla già anni fa. Ma il direttore artistico non può e non deve avere le chiavi per aprire la struttura. Il sindaco lo sa e per questo motivo si è trovato tra due fuochi: la richiesta della “lobby” Pro Loco ad avere addirittura l’affidamento diretto della storica struttura e la proposta del vice-sindaco ed assessore alla cultura del comune, Paola Soscia, di dar vita ad un bando pubblico per permettere la partecipazione di tutte le associazioni culturali operanti ad Itri e rendere “finalmente trasparente e aperta la gestione del castello medioevale”. Il diktat dell’assessore al ramo ha rallentato il già imbarazzante dibattito aperto: “L’ho dichiarato in consiglio ed in maggioranza, io sono favorevole per attribuire la gestione del castello e del museo del brigantaggio attraverso la pubblicazione di un bando- ha tuonato l’assessore Soscia – Se mi dovessi rendere conto del contrario la mia permanenza nella Giunta del comune di Itri non potrà durare più di un minuto e qualcuno dovrà assumersi tutte le responsabilità del caso. Nei confronti di chi? – ha concluso il vicesindaco Soscia – dei cittadini naturalmente”.
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