VALLE DEL SACCO – La Regione Lazio ha approvato nella seduta di giunta di martedì 10 ottobre 2017 il Regolamento del Registro dei Tumori in attuazione regionale n°7 del 12 giugno del 2015. In particolar modo le finalità del Registro sono relative alle misure dell’incidenza, della mortalità, della sopravvivenza e prevalenza dei tumori. A svolgere studi epidemiologici sui fattori di rischio e sugli esiti degli interventi di diagnosi precoce. A descrive il rischio della malattia per sede e per tipo di tumore, età, genere ed ogni altra variabile di interesse per la ricerca scientifica. Il regolamento deve ora passare all’esame della Commissione Consiliare competente, ma ha già avuto l’ok dell’Autorità del Garante della Privacy in relazione alla gestione dei dati sensibili.
Il Registro dei Tumori è gestito dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio in accordo con la Direzione Regionale Salute. E’ collegato alle seguenti unità funzionali: per la Città Metropolitana di Roma all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena; per le province del Lazio alle Unità funzionali presso ogni Azienda Sanitaria Locale; per quanto riguarda i tumori infantili al DEP (il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio). Le Unità funzionali contribuiscono ad alimentare la Banca dati del Registro.
“Con l’istituzione del regolamento dei registro dei tumori – spiega il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – si compie un passo in avanti significativo per allineare il Lazio nelle buone pratiche in un’ottica di conoscenza e prevenzione dei tumori”.
Coinvolti direttamente anche i comuni della cintura del Garigliano, per via della centrale dismessa situata nel territorio di Sessa Aurunca. Alcuni anni fa, durante il mandato del sindaco Michele Forte era stato presentato in conferenza stampa presso il comune di Formia uno studio epidemiologico da cui non emersero particolari situazioni critiche. Lo studio tuttavia fu fortemente criticato (in particolare da Francesco Carta, poiché prendeva in considerazione solo le cause di mortalità “primarie”.