FORMIA – Preparato, caparbio, umile e soprattutto, capace di coltivare il senso di “squadra” e della sicurezza nei confronti dei cittadini ovunque abbia operato. Formia ed il Golfo gli devono essere grati per sempre perché è stato il primo magistrato, sul finire degli anni ottanta, a capire la capacità militare ed imprenditoriale del crimine casalese, capace di omologare sul piano culturale il territorio lungo la riva destra del fiume Garigliano. Fortunatamente questo timore fu sventato sul nascere. Con queste belle parole il magistrato di Scauri Pierpaolo Filippelli, ora capo della Procura di Torre Annunziata, ha consegnato la medaglia d’oro per la legalità del presidente della Camera Laura Boldrini al procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho.
Il magistrato più blindato d’Italia, che a Napoli è stato il magistrato più importante della locale Direzione Distrettuale Antimafia e, poi, della stessa Procura della Repubblica è tonato volentieri a Formia, che conosce da sempre, nell’ambito della cerimonia di consegna della ventiquattresima edizione del premio letterario internazionale “Tulliola” che da qualche anno è intitolato alla memoria del professor Renato Filippelli, il papà del procuratore di Torre Annunziata. La cultura, in senso lato, è la migliore arma per combattere il crimine organizzato – ha detto – a qualsiasi livello. Il procuratore capo di Reggio Calabria è conosciuto per alcune sue polemiche con la politica, un mondo, quello istituzionale, che deve contribuire – ha aggiunto – a mantenere alta la guardia nella lotta alla camorra, soprattutto su un territorio di confine qual è quello del sud-pontino.
Il dottor De Raho è prossimo a guidare la Procura nazionale antimafia al posto di Franco Roberti, prossimo alla pensione. Ha ottenuto cinque voti contro uno in commissione, c’è bisogna ora solo del plenum del Csm.