MINTURNO – Il neonato Comitato “Luigi Giura” si è presentato al pubblico in un convegno svoltosi venerdì scorso presso il Labter di Scauri (ex Sieci). Gli intenti sono quelli della divulgazione dell’enorme portata delle opere dell’Ingegnere di Stato del Regno delle Due Sicilie. Il Comitato ha quindi per scopo: il riconoscimento del valore dell’Ing. Luigi Giura (Maschito – PZ, 1795 – Napoli, 1864); il rilancio culturale e scientifico di tutte le sue numerose e vaste opere, tra le quali il ponte sospeso a catene di ferro Real Ferdinando sul Garigliano (A.D. 1832), di precipuo interesse della Città di Minturno ai fini della propria immagine, cultura, economia e prestigio nel mondo; la promozione di iniziative che permettano di porre in risalto la memoria dell’ing. Luigi Giura e il valore delle sue opere d’ingegneria.
Sono intervenuti alla presentazione il presidente del comitato Luigi Giura Emiliano Pimpinella, il presidente del Parco Riviera di Ulisse Davide Marchese, il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli e l’assessore alla cultura del Comune di Minturno Mimma Nuzzo. Presenti numerosi esponenti delle associazioni culturali del territorio e alcuni appassionati storici campani.
Il sindaco Stefanelli ha ribadito l’apprezzamento per l’iniziativa e la determinazione dell’amministrazione a perseguire la rinascita culturale del territorio e la rivalutazione degli asset territoriali a fini anche turistici ed economici, di concerto con gli attori istituzionali, le associazioni e i cittadini. Il Ponte Real Ferdinando, ha detto il primo cittadino, sarà un protagonista del programma di eventi del 2018 e ospiterà alcune rappresentazioni teatrali del progetto “Solcare Minturnae” co-finanziato dalla Regione Lazio.
“Con questo comitato – ha spiegato il presidente Emiliano Pimpinella – intendiamo innanzitutto portare alla conoscenza del vasto pubblico l’enorme portata delle opere di ingegneria e di architettura del Giura. Pochi sanno, ad esempio, che fu lui a realizzare nel 1832 il primo ponte sospeso a catene di ferro dell’Europa continentale (ponte “Real Ferdinando” sul Garigliano). Un progetto straordinario, definito impossibile dalla stampa inglese dell’epoca, ma che puntualmente fu portato a compimento. Abbiamo un tesoro davanti ai nostri occhi, a due passi dalle nostre abitazioni, e non lo sappiamo. Quel ponte è molto di più di quello che conosciamo e sicuramente di quello che vediamo. Tra le tante e rilevanti opere, Luigi Giura rese anche un altro grande servizio alla nostra terra, predisponendo e guidando il progetto di bonifica di quelle che erano le allora “paludi del Garigliano” e che in seguito divennero terre coltivabili ed abitabili dai nostri bisnonni.
Attraverso il rilancio culturale e scientifico dell’Ingegnere di Stato del Regno delle Due Sicilie, il comitato si prefigge quindi l’obiettivo “naturale e conseguente” di portare valore al nostro territorio. Minturno per prima, e tutto il territorio circostante possono infatti trarre grande valore in termini di immagine, cultura, economia e prestigio, non solo in Italia.
Al contempo ci occuperemo infine di “recuperare la memoria”. Il “ponte delle fate” (così definito da Lord Byron) alla fine di ottobre del 1860 fu teatro della decisiva battaglia che diede il via all’Unificazione dell’Italia. Quello scontro vide proprio il nostro ponte, il Garigliano e i territori di Minturno, protagonisti della storia italiana ed europea. Quegli uomini, quegli eroi che combatterono per l’esercito del Regno delle Due Sicilie, vennero dimenticati in fretta dalla storiografia successiva, come troppo spesso avviene, solo perché “vinti”.
Pare doveroso fare oggi quanto ci è possibile per promuovere la figura di Luigi Giura. Genio dimenticato, uomo di specchiata moralità (parole che al giorno d’oggi suonano come una rarità), tecnico e scienziato insuperabile, vanto dell’ingegneria del Regno delle Due Sicilie e dell’Italia nel mondo.
Grazie a lui e alla sua storia possiamo comprendere meglio il nostro passato, conoscere e promuovere la nostra terra e le sue ricchezze… e magari approfondire delle tematiche troppo spesso affrontate in maniera frettolosa e conformista”.
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